«Sono il primo presidente in 100 anni venuto qui per riconosce la verità di quello che è successo a Tulsa. Siamo assicurarci che l'America sappia tutta la storia»: così Joe Biden ieri ha aperto il suo intervento per i 100 anni del massacro nella città dell'Oklahoma.
«Siamo ad un punto di svolta come nazione, quello che alcuni non vogliono vedere non può più essere ignorato: non fu un tumulto, fu un massacro». «Per troppo tempo la storia di quello che è successo è stata raccontata in silenzio, nascosta nelle tenebre. Ma solo per il fatto che la storia resta in silenzio, questo non significa che non è avvenuto: se le tenebre possono nascondere molto, non cancellano nulla», ha aggiunto, affermando che 100 anni fa «fu scatenato l'inferno».
Biden ha illustrato poi le misure della sua amministrazione per colmare il gap di ricchezza tra afroamericani e bianchi e ha difeso il diritto di voto, «il più fondamentale dei diritti» e ora «sotto attacco come non ho mai visto prima».
In questo ambito Joe Biden ha assegnato alla vicepresidente un altro importante incarico. Oltre al delicato dossier dell'immigrazione, Kamala Harris guiderà il lavoro dell'amministrazione per difendere i diritti di voto, che molti stati americani repubblicani stanno limitando.
«Questo sacro diritto è sotto assalto come non lo è mai stato», ha detto Biden. «Chiedo alla vicepresidente Harris di guidare gli sforzi» per difendere il diritto di voto, servirà un duro lavoro», ha aggiunto Biden definendo le leggi che limitano approvate in vari stati come un «attacco alla democrazia».
Georgia, Florida e Arizona hanno approvate delle norme molte restrittive e in Texas un provvedimento simile potrebbe essere approvato a breve.