Internet Big tech contro riforma voluta da Trump

ATS

3.9.2020 - 13:34

Ivanka Trump, figlia del presidente Usa Donald Trump, stringe la mano al CEO della Consumer Technology Association, Gary Shapiro, durante l'ultima edizione del Ces a Las Vegas (foto d'archivio)
Ivanka Trump, figlia del presidente Usa Donald Trump, stringe la mano al CEO della Consumer Technology Association, Gary Shapiro, durante l'ultima edizione del Ces a Las Vegas (foto d'archivio)
Source: KEYSTONE/AP/Ross D. Franklin

I colossi di internet scendono in campo contro la riforma, voluta da Trump, della legge che protegge i social media dalla responsabilità per i contenuti pubblicati dagli utenti, e consente di rimuovere i post giudicati discutibili, anche se non illegali.

Modificarla – avvertono le aziende – danneggerebbe e distruggerebbe i servizi online che le persone usano ogni giorno, e avvantaggerebbe la Cina.

A prendere posizione, presso la Federal Communications Commission, sono la Internet Association, che annovera tra i membri Google, Facebook, Twitter, Amazon, LinkedIn e Microsoft, e la Consumer Technology Association, associazione che conta circa duemila membri e organizza il Ces di Las Vegas.

La riforma della Sezione 230, cioè la disposizione normativa in esame, «è priva di una base giuridica legittima e provocherebbe un grave danno agli sforzi delle aziende per moderare i contenuti e proteggere così i consumatori», evidenzia la Internet Association in una nota.

La modifica «butterebbe via due decenni di giurisprudenza consolidata della Sezione 230 che consente alle aziende di rimuovere contenuti quali frodi, media manipolati e promozione del suicidio senza dover affrontare una marea di contenziosi». Come risultato, «si distruggerebbero molti prodotti e servizi su cui i consumatori fanno affidamento e che utilizzano ogni giorno».

«È scioccante che il nostro stesso governo cerchi di minare una legge che ha portato a un'innovazione americana senza precedenti, con vantaggi enormi per i nostri consumatori e per l'economia», evidenzia la Consumer Technology Association. «Se dovessimo indebolire la Sezione 230, il più grande vincitore sarebbe la Cina, che sta investendo miliardi in una campagna a tutto campo per superare i leader tecnologici statunitensi».

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