Un attentato spietato, in stile talebano, ha trasformato oggi per un giorno Bogotà, la capitale della Colombia, in una nuova Kabul, con l'esplosione da parte di un kamikaze di un'autobomba che ha causato la morte di nove persone ed il ferimento di altre 54.
L'attacco è stato unanimemente condannato a livello nazionale ed internazionale, ed anche dagli ex guerriglieri delle Farc, trasformatesi dopo gli accordi di pace in partito politico.
Il presidente Iván Duque ha dichiarato che "si è trattato di un attacco terroristico non solo contro la polizia, ma contro la società colombiana tutta. La Colombia - ha concluso - non si piega davanti alla violenza".
Il procuratore generale, Néstor Humberto Martínez, ha quindi rivelato che un uomo, José Aldemar Rojas Rodriguez, si è presentato alle 9.30 all'ingresso dei visitatori cercando di entrare con un furgone imbottito di esplosivo nel compound della Scuola nazionale di polizia 'General Santander' dove era in corso una cerimonia per la decorazione di ufficiali e cadetti.
Gli esperti hanno comunicato che il furgone era imbottito con 80 chilogrammi di un potente esplosivo, chiamato pentolite, mentre testimonianze raccolte dai media hanno permesso di ricostruire la dinamica dell'incidente.
Un cane addestrato al rilevamento di sostanze esplosive ha avvertito qualcosa di sospetto sul furgone che stava entrando. Ma all'improvviso, senza rispondere agli agenti che gli chiedevano di scendere per una perquisizione, l'autista ha accelerato bruscamente, travolgendo un agente e schiantando il veicolo, che è esploso, contro l'ingresso di un edificio interno al compound.
Fonti dell'intelligence hanno ipotizzato che l'attentatore si proponesse di parcheggiare il furgone per farlo poi esplodere con un telecomando. Ma che, di fronte all'allarme generato dalla unità cinofila, ha dovuto modificare il suo piano.
Una volta frequenti, gli attentati terroristici a Bogotà si sono fatti più rari. L'ultimo di essi è avvenuto nel centro commerciale Andino nel giugno 2017 quando una bomba ha causato la morte di tre persone, fra cui una francese, ed undici feriti.
L'attacco più sanguinoso nella capitale, invece, è stato realizzato dai narcos del Cartello di Medellin il 30 gennaio 1993. Un'autobomba provocò il decesso di 25 persone ed il ferimento di altre 70.
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