Gran BretagnaBoris Johnson invoca un referendum per uscire dalla convenzione dei diritti umani
SDA
4.10.2024 - 14:28
Boris Johnson è favorevole a un referendum per lasciare decidere al popolo britannico se il Regno Unito del dopo Brexit debba uscire o meno dalla Convenzione europea dei diritti umani.
04.10.2024, 14:28
14.10.2024, 11:27
SDA
L'isola continua ad aderire al trattato della Convenzione europea dei diritti umani, in quanto Paese membro del Consiglio d'Europa (organismo che include anche Stati extra Ue) e che lo rende soggetto, su temi come i ricorsi in materia d'immigrazione, ai verdetti della Corte europea dei diritti dell'uomo.
L'ex premier conservatore – che sta promuovendo l'uscita di una libro di memorie sui suoi anni di governo intitolato 'Unleashed' e che resta popolare, malgrado gli scandali e l'uscita di scena dalla politica, nella base militante Tory – lo ha dichiarato in un'intervista pubblicata oggi dal Daily Telegraph.
«Sono favorevole», ha tagliato corto Boris Johnson rispondendo a una domanda su un'ipotesi referendaria, aggiungendo di ritenere che l'applicazione della Corte di Strasburgo dei principi previsti da questo Trattato sia divenuta nel tempo «più avventurista» e tenda a sovrapporsi «alla giurisdizione nazionale».
«Credo ci siano molte ragioni per sostenere un referendum e una discussione popolare appropriati», ha poi insistito, dichiarandosi «non certo che le stesse tutele» sui diritti umani nel Regno «non possano essere garantite alla gente in altri modi».
La questione è al centro della corsa per la successione a Rishi Sunak come leader del Partito conservatore, dopo la disfatta elettorale del 4 luglio, poiché vari esponenti Tory accusano la Corte europea d'aver ostacolato l'attuazione del controverso piano sul trasferimento in Ruanda a scopo dissuasivo di quote di richiedenti asilo sbarcati illegalmente sull'isola.
Solo uno dei quattro candidati alla leadership rimasti in corsa, il falco della destra interna anti-immigrazione Robert Jenrick, già ministro degli Affari Regionali nel gabinetto Johnson, ha peraltro proposto esplicitamente nel proprio programma l'uscita tout court di Londra dalla Convenzione sui diritti dell'uomo.