BoliviaCaccia all'ex presidente Añez, accusata di un presunto colpo di Stato
SDA
13.3.2021 - 09:26
La polizia della Bolivia sta cercando di localizzare la ex presidente ad interim Jeanine Añez, per eseguire un ordine di arresto della Procura generale per una denuncia di un presunto colpo di Stato avvenuto nel 2019 ai danni dell'allora presidente Evo Morales.
Keystone-SDA
13.03.2021, 09:26
13.03.2021, 10:15
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Gli agenti, ha indicato il quotidiano Pagina Siete, si sono recati nella sua residenza a Trinidad, capoluogo del dipartimento del Beni, ma l'hanno trovata vuota.
Ieri, eseguendo i numerosi ordini di cattura, la polizia boliviana ha prima arrestato l'ex ammiraglio Flavio Arce, che partecipò in una conferenza stampa delle Forze armate in cui il comandante in capo, generale Sergio Orellana, «suggerì» a Morales di dimettersi.
Successivamente, gli agenti hanno catturato l'ex ministro dell'Energia, Rodrigo Guzmán, e l'ex collega della Giustizia, Alvaro Coímbra, che sono stati portati in aereo a La Paz per essere messi a disposizione del magistrato.
Accusa di terrorismo, sedizione e cospirazione
Per tutti l'accusa, che dovrà essere provata dal pool dei magistrati, è di terrorismo, sedizione e cospirazione, riguardante le forzate dimissioni di Morales costretto ad esiliarsi per oltre un anno all'estero, e i gravi incidenti con le forze dell'ordine che causarono almeno 36 morti a Senkata e Sacaba.
Alcuni altri imputati – come Arturo Murillo, Luis Fernando López e l'ex generale Orellana – sono fuggiti all'estero e dovranno essere localizzati ed eventualmente richiesti in estradizione.
Da parte sua la Añez, intensamente ricercata dalla polizia, non alimenta da molte ore le sue reti sociali e nei suoi ultimi tweet aveva sostenuto che la sua partecipazione al governo di transizione «non fu un golpe, ma una successione costituzionale dovuta a brogli elettorali».
Osservando inoltre, in riferimento al Movimento al socialismo (Mas) di Morales, che «questa è la pratica 'socialista', mentono senza arrossire, riscrivono le storie per giustificare gli abusi».