Gli osservatori internazionali hanno dichiarato «trasparenti» le elezioni presidenziali in Bolivia e il governo entrante di Luis Arce «legittimo». Il conteggio ufficiale, ma non ancora completo, delinea una schiacciante vittoria per la sinistra.
«La gente ha votato liberamente – ha detto Manuel Gonzalez, capo della missione di osservazione – e il risultato è stato chiaro e travolgente, garantendo una forte legittimità al governo entrante, alle istituzioni boliviane e al processo elettorale».
Le dichiarazioni di González, ex ministro degli Esteri di Costa Rica, sono state formulate a nome della Missione di osservazione elettorale dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa), organismo che lo scorso anno denunciò l'esistenza di presunti brogli nella vittoria al primo turno dell'allora presidente Evo Morales, determinando ampie proteste sociali e l'annullamento del voto.
Nel Rapporto conclusivo pubblicato ieri, l'Osa sostiene che «oggi la Bolivia ha un'autorità elettorale indipendente e ha realizzato una contesa equa, il che ha dato come risultato una giornata elettorale di successo in cui non sono emerse azioni fraudolente».
La cittadinanza, si dice ancora, «ha votato liberamente e il risultato è stato senza discussione. Questo assegna un alto livello di legittimità al governo entrante, alle istituzioni boliviane e al processo elettorale nel suo insieme». La Missione dell'Osa è una delle quattro che hanno osservato il processo elettorale boliviano, insieme a quelle del Centro Carter, dell'Unione europea (Ue), e dell'Unione degli organismi elettorali d'America.
Lo scrutinio delle votazioni di domenica è ancora in corso da parte del Tribunale supremo elettorale (Tse). Quando il 92,28% dei dati è stato processato, comunque, il risultato è ormai stabile. La formula presidenziale del Movimento al socialismo (Mas, sinistra) formata da Luis Arce e David Choquehuanca ha raccolto il 54,43% dei voti, mentre quella della coalizione Comunidad Ciudadana dell'ex presidente Carlos Mesa e di Gustavo Pedraza è al 29,08%.
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