BrasileBrasile: conflitto sulla scarcerazione di Lula
ATS
20.12.2018 - 07:25
La giustizia brasiliana è stata scossa oggi da una tempesta estiva, breve ma violenta, dopo che un magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf) ha emesso una ordinanza nella quale chiedeva la scarcerazione immediata dei detenuti con condanne confermate in secondo grado ma con appelli in corso nella stessa alta corte, una decisione che portava direttamente all'uscita dal carcere dell'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva.
Dopo poco meno di cinque ore di accesso contrasto, però, lo stesso presidente del Stf ha sospeso la misura, rimandando all'aprile prossimo una decisione sulla questione.
Tutto è iniziato poco dopo le 14 (le 17 in Italia) , quando Marco Aurelio Mello, magistrato del Sft, ha annunciato la sua decisione, giustificandola in base ai principi del Codice di procedura penale e della Costituzione, secondo i quali le pene di carattere detentivo sono applicabili solo dopo che siano esauriti tutti i ricorsi contro le sentenze di condanna.
Secondo cifre ufficiali, la decisione si applicherebbe a poco meno di 170 mila detenuti ma tutta l'attenzione si è concentrata sul caso di Lula, rinchiuso nel carcere della polizia di Curitiba dallo scorso 7 aprile, dopo che un tribunale di secondo grado di Porto Alegre ha confermato il verdetto di colpevolezza (per corruzione e riciclaggio) emesso in primo grado dal giudice Sergio Moro, e portando la pena da 9 a 12 anni.
I suoi legali hanno celebrato la decisione e meno di 50 minuti dopo la sua diffusione hanno presentato un ricorso, esigendo l'immediata scarcerazione di Lula. La presidente del Partito dei Lavoratori (Pt) ha annunciato che era in volo verso Curitiba per accompagnare la "liberazione del presidente".
Molto diversa, però, la reazione della Procuratrice generale, Raquel Dodge e del pool di pm che da Curitiba coordinano le inchieste sulla corruzione politica note come Lava Jato. In meno di due ore, Dodge ha presentato un ricorso contro la decisione di Mello al presidente del Stf, José Antonio Dias Toffoli, mentre i procuratori della Mani Pulite brasiliana hanno definito "catastrofica" la possibilità di una scarcerazione dei condannati in secondo grado.
Dodge ha spiegato che la sicurezza della pena "garantisce l'efficacia del diritto penale nella lotta contro l'impunità" mentre Deltan Dallagnol, coordinatore della task force Lava Jato, ha detto che la decisione di Mello "è stata presa alla vigilia delle ferie giudiziarie, violando il principio di collegialità, in un momento in cui risulta difficile cercare una sua revisione, in maniera autonoma all'interno del Stf".
Lo scontro si è concluso intorno alle 20 (le 23 in Italia), quando Toffoli ha deciso di sospendere l'applicazione della decisione di Mello, accogliendo il ricorso della Procuratrice Dodge. Il presidente dell'alta corte ha ricordato anche che una decisione sulla questione di fondo sarà presa dal Tsf in sessione plenaria -cioè in presenza degli 11 magistrati che la compongono- in una udienza che lui stesso ha convocato due giorni fa, e che è in programma per il prossimo 10 aprile.
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