Stati Uniti Dan Coats, capo dei 007 lascia, Trump nomina Ratcliffe

ATS

29.7.2019 - 07:18

Il capo degli 007 americani Dan Coats lascia l'incarico.
Il capo degli 007 americani Dan Coats lascia l'incarico.
Source: KEYSTONE/AP/EVAN VUCCI

Il capo degli 007 statunitensi, Dan Coats, lascia l'incarico dopo mesi di «battaglia» contro il presidente Donald Trump.

Al suo posto Trump ha nominato il fedelissimo John Ratcliffe, repubblicano del Texas che ha incalzato l'ex procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller, durante le sue audizioni in Congresso.

«Sono lieto di annunciare che il rispettato Joh Ratcliffe sarà nominato direttore dell'intelligence nazionale. Dan Coats, l'attuale direttore, lascerà il 15 agosto. Voglio ringraziare Dan per il suo grande servizio al paese», twitta Trump confermando le indiscrezioni.

L'addio di Coats arriva al termine di mesi di scontro innescati dalle ripetute critiche all'intelligence di Trump. Coats si è battuto a spada tratta in difesa dei suoi uomini. Fra i due non è mai scattato nulla: il loro rapporto è stato caratterizzato da battaglie e incomprensioni e Trump non gli hai risparmiato critiche.

Da mesi nel mirino di Trump

Secondo indiscrezioni, è da mesi che il presidente vorrebbe rimuovere Coats, «colpevole» di averlo contraddetto pubblicamente presentando il punto di vista dell'intelligence al Congresso su Iran, Russia, cambiamento climatico e Isis.

Ma sarebbero state soprattutto le parole di Coats sulla Corea del Nord e sulla mancata volontà del leader nordcoreano Kim Jong-un a denuclearizzare che avrebbero fatto irritare il presidente.

A Trump non sarebbe piaciuta neanche la tempistica con cui Coats, poco prima dell'incontro con il presidente russo Vladimir Putin, ha scelto di rendere noti i timori dell'intelligence sulla campagna di cyberattacchi portata avanti da Mosca e che metteva a rischio la democrazia statunitense.

Alleanza con Pence fatale?

Repubblicano rispettato molto anche dai democratici, Coats è stato uno dei maggiori alleati del vice presidente Mike Pence quando era senatore per l'Indiana. E sarebbe stata proprio l'alleanza con Pence che lo avrebbe schermato per mesi da un possibile licenziamento da parte di Trump.

Ratcliffe avrebbe incontrato privatamente Trump il 19 luglio alla Casa Bianca, in un colloquio finalizzato a capire se era intenzionato o meno ad accettare l'incarico.

Meno di una settimana dopo Ratcliffee ha incalzato Mueller, accusandolo di non aver seguito le linee guida del Dipartimento di Giustizia nell'aver detto che non poteva esonerare Trump sull'ostruzione di giustizia.

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