BARCELLONA
"Parlem, hablamos", parliamoci. "La Spagna è meglio dei suoi governanti". "Negozino o si dimettano".
E ancora, "Pace e dialogo", la didascalia del fotomontaggio di un bacio appassionato tra Mariano Rajoy, il premier spagnolo, e Carles Puigdemont, il presidente catalano.
Secondo uno dei partecipanti, oltre 5 mila quasi tutti rigorosamente vestiti di bianco, i due dovrebbero "seguire una terapia di coppia", come un qualsiasi marito e moglie pronti a divorziare. A un certo punto, abbandonando cartelli e slogan, centinaia di palloncini bianchi si innalzano in cielo.
Siamo a Plaça Sant Jaume, da secoli il centro del potere locale, scelta oggi da migliaia di catalani per chiedere un dialogo tra Madrid e Barcellona, per evitare il peggio. A sinistra, venendo dalle Ramblas, c'è il Palau de la Generalitat, a destra il municipio di Barcellona, dove oggi sabato si celebrano i matrimoni. Non sono oggi in piazza, ma ad alcuni dei balconi che si affacciano sulla piazza sono appese Senyeras, quattro fasce rosse su fondo dorato, ed Esteladas, la versione indipendentista della bandiera catalana, con una stella bianca inserita in un triangolo azzurro.
Le locandine alle finestre recitano tutte rigorosamente "Sì" o "Democracia", in riferimento al referendum del primo ottobre giudicato illegale da Madrid, stravinto dagli indipendentisti, ma ignorato dagli unionisti che in Catalogna sono circa la metà.
Girando per la città è un tripudio di Senyeras ed Esteladas, di "sì" e di "democracia", e non c'è un solo slogan per l'unione, una sola bandiera spagnola. Segno tangibile che la campagna elettorale è stata tutta a senso unico. Gli unionisti hanno fatto sentire la loro voce oggi in tutta la Spagna, a cominciare da Madrid, e saranno a Barcellona domani, con un attesissimo intervento del premio Nobel Mario Vargas Llosa.
Ma oggi nella metropoli catalana, come abbiamo visto, è stato il turno dei "pro-dialogo", una forza emergente, e tra i suoi leader c'è anche la sindaca Ada Colau (secondo cui in migliaia hanno lanciato oggi un messaggio di pace), oltre a partiti catalani moderati. Chissà quanti tra di loro sono "pentiti" dell'indipendentismo radicale, ora che prosegue la fuga delle banche e delle imprese, che cresce la minaccia di un isolamento internazionale, e che persino un radicale come l'ex presidente catalano Artur Mas riconosce che le condizioni per una vera indipendenza non sono al momento riunite.
Il leader dei socialisti catalani, Miquel Iceta, ha riassunto molto bene la manifestazione di oggi: "i cittadini stanno spiegando ai politici che abbiamo fallito ma che siamo ancora in tempo. Si tratta di parlare e di trovare una soluzione".
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