Reporter morta in Cisgiordania Vaticano: «Violata la libertà religiosa» nei funerali 

SDA

16.5.2022 - 21:30

Un momento dei funerali della reporter Shireen Abu Akleh a Gerusalemme, venerdì 13 maggio.
Un momento dei funerali della reporter Shireen Abu Akleh a Gerusalemme, venerdì 13 maggio.
Keystone

Israele ha violato la libertà religiosa. Il Vaticano e il Patriarca latino di Gerusalemme hanno attaccato a fondo la polizia israeliana per quanto successo venerdì scorso durante i funerali della reporter di Al-Jazeera, Shireen Abu Akhl.

16.5.2022 - 21:30

La giornalista è stata uccisa pochi giorni prima a Jenin in Cisgiordania in uno scontro a fuoco tra esercito e miliziani palestinesi armati in circostanze ancora non chiarite.

Durante i funerali a Gerusalemme est una carica della polizia contro il corteo funebre – per gli agenti dopo un lancio di sassi dai partecipanti alle esequie – ha rischiato di far cadere lo stesso feretro. Le immagini hanno fatto il giro del mondo, suscitando indignazione e per le quali Israele ha aperto una indagine sull'operato della polizia.

Padre Thomas Grysa, incaricato d'affari della Delegazione Apostolica in Terra Santa, in una conferenza stampa svoltasi all'ospedale S. Joseph – da dove partì il corteo funebre della reporter – ha accusato la polizia israeliana di aver «violato in maniera molto brutale» il diritto «alla libertà religiosa» della Chiesa.

Polizia israeliana anche in ospedale

Un diritto, ha insistito, «incluso nell'accordo fondamentale tra Israele e Santa Sede». «Questo episodio – ha aggiunto – costituisce un momento di tensione fra Israele e Santa Sede, anche se non è il primo».

Sono state inoltre mostrate nuove immagini dalle telecamere del S. Joseph che testimoniano – secondo Jamil Koussa, responsabile della struttura – che gli agenti sono intervenuti con irruenza e armati di manganelli non solo nel cortile, ma anche nell'ingresso dell'edificio dell'ospedale dove in quel momento si trovavano alcuni pazienti.

«In tutto – ha annunciato – 13 persone sono rimaste contuse o intossicate dai gas» e «non c'era stata alcuna violenza» da quanti convenuti nel cortile dell'ospedale.

«Siamo sconvolti per le modalità ingiustificabili di quanto accaduto e – ha accusato rivolgendosi ai giornalisti Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme – vogliamo denunciare e condannare in maniera chiara e inequivocabile» tutto questo. «Le ragioni di sicurezza – ha spiegato – non possono giustificare un evento di questo genere che colpisce la sensibilità della comunità cristiana e non solo, soprattutto in un momento così delicato come quello che stavamo vivendo».

«Occupazione della Palestina alle radici della violenza»

Le autorità religiose hanno bollato «l'invasione della polizia israeliana» e «l'uso sproporzionato della forza, con l'attacco alle persone in lutto, i colpi con i bastoni, l'uso della granate fumogene, gli spari di pallottole di gomme, la paura per i pazienti dell'ospedale». «Tutto questo – è stato detto – è una grave violazione delle norme e dei regolamenti, incluso la libertà di fede e i fondamentali diritti umani che devono essere rispettati in uno spazio pubblico».

La Commissione 'Pace e Giustizia' della Chiesa cattolica in Terra Santa ha sostenuto in un documento che «le radici e il contesto primario della violenza è l'occupazione della Palestina che dura da 55 anni».

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