Vertice sul clima Clima: Biden, «è il decennio decisivo per evitare il peggio»

mp

22.4.2021 - 16:04

Il vertice sul clima è stato convocato dal presidente americano Joe Biden in occasione della Giornata della Terra.
Il vertice sul clima è stato convocato dal presidente americano Joe Biden in occasione della Giornata della Terra.
Keystone

«Siamo risoluti ad agire. Rispondendo e combattendo i cambiamenti climatici vedo l'occasione di creare milioni di posti di lavoro»: lo ha detto il presidente americano Joe Biden dalla Casa Bianca avviando i lavori del vertice dei leader mondiali sul clima.

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«È il decennio decisivo per evitare le conseguenze peggiori: dobbiamo agire. Questo vertice è il primo passo del cammino che dobbiamo fare insieme», ha sostenuto Biden, aggiungendo che «non si può negare la scienza. La lotta ai cambiamenti climatici è una grande opportunità per l'economia, per creare milioni di posti di lavoro». La vicepresidente Kamala Harris ha ricordato che «nessun paese è immune» al cambiamento climatico e che «dobbiamo agire insieme».

Da parte sua il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha avvertito che «siamo sull'orlo dell'abisso, dobbiamo essere sicuri che il prossimo passo sia nella direzione decisiva e giusta».

Nel suo intervento il leader cinese Xi Jinping ha affermato che «dobbiamo impegnarci per uno sviluppo verde, per un'economia sostenibile per le future generazioni. Questa è la via per rafforzare la produttività. E i paesi in via di sviluppo devono accrescere le loro ambizioni». «Siamo impegnati sul multilateralismo, e abbiamo responsabilità comuni e differenziate allo stesso tempo», ha affermato Xi, ribadendo poi che «la Cina sarà a emissioni zero entro il 2060».

Il presidente russo Vladimir Putin ha invece lanciato un appello a tutti i paesi perché si uniscano nella ricerca scientifica sul cambiamento climatico, che è una minaccia comune. «La Russia è autenticamente interessata a galvanizzare la cooperazione internazionale» anche in questo settore, ha aggiunto.

Mentre la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto che «dopo l'accordo di Parigi è arrivato il momento di rafforzare il nostro impegno per combattere i cambiamenti climatici. E noi siamo pronti ad agire».

Secondo la cancelliera tedesca Angela Merkel è l'ora di «cambiare e trasformare completamente il modo in cui viviamo e lavoriamo». Ha quindi ricordato che l'Unione europea prevede di ridurre del 55% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Intanto il premier canadese Justin Trudeau ha annunciato che il suo paese punta a tagliare le emissioni del 40-45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005, contro il 30% stabilito in precedenza.

Per Emmanuel Macron «il 2030 è il nuovo 2050»: il presidente gfrancese ha sottolineando la necessità di «cambiare completamente il nostro sistema finanziario» e di «utilizzare tutte le leve a nostra disposizione», ossia «innovazione, trasformazione del sistema finanziario, regolamentazione dei prezzi». E in particolare occorre «fissare un prezzo per l'energia legata al carbone», altrimenti non ci sarà alcuna transizione».

E il premier italiano Mario Draghi ha sottolineato che «l'Italia è un paese bellissimo ma molto fragile. La battaglia per il cambiamento climatico è una battaglia per la nostra storia e per il nostro paesaggio. Ci dedicheremo alla sostenibilità e, allo stesso tempo, avremo un approccio multilaterale». E ha annunciato che la presidenza italiana del G20 «ha proposto di organizzare una riunione ministeriale sul clima e l'energia».

Con un messaggio registrato è intervenuta al summit anche Greta Thunberg, secondo cui gli obiettivi che si sono dati i leader mondiali per fronteggiare il cambiamento climatico sono «largamente insufficienti». «Non possiamo accontentarci di qualcosa solo perché è meglio di niente», ha sottolineato l'attivista svedese, affermando che «siamo già indietro di decenni».

Greta ha rilevato che c'è un «gap» tra gli «obiettivi che presenteranno i leader mondiali durante l'Earth Day, tra cui quello di arrivare a emissioni zero nel 2050», e i «migliori dati scientifici a disposizione». L'attivista ha parlato di un «gap di consapevolezza, tempo e azione» nella riduzione delle emissioni che equivale al «più grande elefante che sia mai trovato in una stanza». Questo divario «non è più possibile ignorarlo».