InchiestaNetanyahu responsabile per la morte di 45 religiosi nel 2021 in Galilea
SDA
6.3.2024 - 12:03
Una commissione di inchiesta ha addossato al premier Benjamin Netanyahu la «responsabilità personale» per la strage avvenuta nell'aprile 2021, quando 45 ebrei ortodossi morirono schiacciati dalla folla durante una celebrazione religiosa sul monte Meron, in Galilea.
06.03.2024, 12:03
06.03.2024, 13:12
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«Tuttavia – hanno aggiunto i tre membri della commissione secondo la radio pubblica Kan – nei suoi confronti non abbiamo preso decisioni di carattere operativo».
I giudici hanno incolpato di «responsabilità personale» anche ad Amir Ohana (allora ministro per la sicurezza interna ed oggi presidente della Knesset) e il capo dello polizia Yaakov Shabtai.
Il disastro avvenne nella notte del 30 aprile, quando una folla di ebrei ortodossi stimata in 100 mila persone si raccolse sul monte Meron (Galilea) per partecipare alle celebrazioni annuali del 'Lag ba-Omer'. Durante l'accensione di una torcia nei pressi del tomba di un antico rabbino la folla si agitò. Le uscite dal santuario si rivelarono allora troppo anguste e decine di fedeli morirono nella calca. I feriti furono oltre cento.
Nelle loro conclusioni i tre membri della commissione stabiliscono che Ohana non potrà più fungere da ministro della sicurezza interna e consigliano che il capo dello polizia Shabtai lasci il suo incarico il più presto possibile, compatibilmente con le necessità della guerra in corso. Rilevano che i responsabili della organizzazione di quell'evento avrebbero dovuto prendere in considerazione in anticipo l'opportunità di ridurre il numero dei partecipanti ammessi sul posto. «Il disastro di Meron poteva essere impedito» affermano i membri della commissione. «La situazione (delle strutture, ndr) era evidente e preannunciata. Come in una tragedia greca, era possibile intuire la fine fin dall'inizio. Era chiaro che un giorno un disastro si sarebbe verificato».