PandemiaCovid: Vienna minaccia blocco di 100 milioni di dosi Pfizer per UE
SDA
30.3.2021 - 16:44
L'Austria minaccia di bloccare 100 milioni di dosi del vaccino Pfizer per i Paesi dell'UE se non otterrà una consegna più massiccia dei 10 milioni di dosi che verranno anticipati dal lotto tra aprile e giugno, e che in parte dovranno andare ai Paesi più bisognosi.
30.03.2021, 16:44
30.03.2021, 16:49
SDA
Secondo quanto si apprende da più fonti diplomatiche europee al summit dei leader UE a Bruxelles, per ottenere l'anticipo di 10 milioni di dosi del vaccino Pfizer dal lotto di cento milioni nel quarto trimestre, la Commissione europea deve esercitare la sua opzione ora. Ma i rappresentanti di Vienna tengono l'intera partita in ostaggio, sostenendo che la decisione sulla ridistribuzione dell'intero lotto deve essere presa all'unanimità e che loro non daranno l'assenso fino a quando non avranno una parte più ampia dei 10 milioni di sieri che saranno anticipati.
D'altro canto i partner Ue sostengono che non occorre una decisione specifica per la ripartizione dei 100 milioni di dosi, perché vale la regola generale del pro-rata e cioè in base alla popolazione di ciascun Paese – criterio seguito sempre fino ad oggi – e che perciò gli austriaci non possono esercitare alcun veto.
Nel pomeriggio è atteso un parere dei servizi legali del Consiglio Ue, da cui si spera arrivino chiarimenti, alla riunione degli ambasciatori dell'Ue.
Ma resta comunque aperta la questione dei 10 milioni di dosi da distribuire.
Allo Steering board di venerdì era stato proposto di assegnare 2-3 milioni in totale ai Paesi più in difficoltà, tra questi Bulgaria, Croazia, Lettonia e Repubblica Ceca, ma non all'Austria, che non viene fatta rientrare nel gruppo dei più bisognosi. La proposta era di distribuire gli altri 7-8 milioni tra tutti i 27 Stati, su base pro-rata.
Vienna aveva capitanato il gruppo dei Paesi ribelli e in difficoltà con la campagna vaccinale, che chiedevano un correttivo alla distribuzione delle dosi di vaccino al summit di giovedì. Anche al vertice gli altri leader europei, pur disponibili ad essere solidali con i più bisognosi, avevano chiaramente detto a Kurz di non essere disposti a fare concessioni a chi non ne aveva effettivamente la necessità.