Washington Disastro sicurezza a Capitol Hill, si dimette il capo della polizia

SDA

7.1.2021 - 07:00

La polizia sotto accusa per il disastroso fallimento al Campidoglio. In una città sempre in allerta per la presenza del presidente e in un edificio, il Congresso, che ha una sua propria polizia di 2'000 uomini, i manifestanti sono riusciti a irrompere nella «fortezza della democrazia» senza problemi. 

Nessuno li ha fermati. Video e foto circolati sulla rete lo mostrano chiaramente: agenti immobili davanti all'invasione e almeno uno che si scatta un selfie con un manifestante.

Immagini shock che alimentano le polemiche ed espongono la polizia a ulteriori e forti critiche razziste. Sì, perché la più accesa riguarda l'evidente disparità di trattamento fra i manifestanti di Black Lives Matter, picchiati e arrestati a centinaia, e i fan «bianchi» di Trump, davanti ai quali – è l'accusa – è stato quasi steso un tappeto rosso.

Torna alla ribalta la questione del «white privilege»

Il «white privilege», ovvero il privilegio riservato alla popolazione bianca e contro il quale nell'ultimo anno milioni di americani sono scesi in piazza, torna così alla ribalta, gettando una nuova ombra sulle forze dell'ordine. Il bilancio della giornata più nera per la democrazia americana è di soli 68 arresti, ma di ben quattro morti, di cui una donna all'interno del Congresso.

Mentre molti si chiedono com'è possibile che la polizia fosse così impreparata di fronte a una manifestazione di estrema destra organizzata alla luce del sole e comunicata con largo anticipo, gli agenti oggi hanno provato a difendersi.

Pur ammettendo che nessuno si attendeva una partecipazione così massiccia, fonti della polizia hanno fatto filtrare che gli agenti volevano dare un esempio ed evitare di ripetere le scene violente che si sono susseguite negli ultimi mesi in varie città americane. Volevano essere una presenza discreta, quasi invisibile.

Peccato che invisibili lo sono stati fin troppo: hanno concesso troppo spazio ai manifestanti nell'area antistante al Congresso e poi si sono lasciati sfuggire la situazione di mano.

Pentagono e Fbi offrirono uomini a difesa di Capitol Hill

Il Pentagono e il Dipartimento di giustizia avrebbero offerto rinforzi alle forze di polizia che vigilano su Capitol Hill, ma l'aiuto sarebbe stato rifiutato. Lo riporta l'Associated Press citando fonti dell'amministrazione.

Il Dipartimento alla difesa si sarebbe fatto avanti proponendo l'assistenza degli uomini della Guardia Nazionale tre giorni prima della manifestazione pro-Trump e l'assalto al Congresso. Il Dipartimento di giustizia invece avrebbe offerto l'ausilio degli uomini dell'Fbi.

Dimissioni del capo della polizia del Congresso 

Un'inchiesta per capire cosa sia veramente accaduto all'interno delle forze dell'ordine è in corso. Nel frattempo cade la prima testa: il capo della polizia del Congresso (Capitol Police), riportano alcuni media, si dimetterà il 16 gennaio, prima della cerimonia dell'Inauguration Day del 20 gennaio quando Joe Biden giurerà e si insedierà alla Casa Bianca. Il siluramento era stato chiesto poche ore fa dalla speaker della Camera Nancy Pelosi.

Tuttavia continuano a diffondersi teorie cospirazioniste secondo le quali dietro al mancato intervento ci sarebbe qualcuno dell'amministrazione Trump, se non addirittura il presidente in persona.

Ipotesi che per ora non trovano riscontro nella realtà ma che sono alimentate dal giallo sul dispiegamento della Guardia Nazionale. Oltre 300 agenti erano stati mobilitati e presidiavano le strade di Washington già prima della manifestazione. Mentre l'invasione era in corso ulteriori truppe sono state richieste ma voci riferiscono del secco «no» del Pentagono.

Secondo la Casa Bianca, a sbloccare l'impasse è stato Donald Trump ordinando il dispiegamento di ulteriori truppe. In realtà, ha raccontato il «New York Times», sarebbe stato il vicepresidente Mike Pence a chiedere e ottenere la Guardia Nazionale, con Trump tagliato fuori dalla linea di comando.

In costruzione una rete di recinzione «invalicabile»

I membri del Congresso, sotto shock per gli eventi, hanno annunciato che apriranno un'indagine sull'accaduto. Mentre rinforzi della Guardia Nazionale sono arrivati oggi a Washington dagli Stati vicini e una rete di recinzione «invalicabile» è in costruzione nel perimetro del Congresso, l'Fbi sta assistendo la polizia nell'identificare i responsabili dell'insurrezione e portarli davanti alla giustizia.

La sindaca di Washington, Muriel Bowser, ha parlato di chiaro fallimento rimandando però le responsabilità a livello federale e impegnandosi a blindare la città in vista del giuramento del 20 gennaio. «Stavolta sarà sicuro», è il mantra che, dopo il caos, tutti ripetono a Washington.

Una nuova recinzione di protezione
Una nuova recinzione di protezione
KEYSTONE / AP Photo
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