Bruxelles L'UE sollevata dall'esito delle elezioni in Francia, salvo l'asse franco-tedesco

SDA

8.7.2024 - 20:39

La gente festeggia in Place de la République dopo il secondo turno delle elezioni legislative domenica a Parigi.
La gente festeggia in Place de la République dopo il secondo turno delle elezioni legislative domenica a Parigi.
KEYSTONE

Il giorno dopo il colpo di scena delle elezioni francesi, Bruxelles si è risvegliata dall'incubo euroscettico del Rassemblement National. E, a dispetto dei rituali «no comment» nei palazzi delle istituzioni UE, la soddisfazione nelle capitali del continente è palpabile.

A cominciare dall'alleato chiave di Emmanuel Macron sul progetto europeista, il cancelliere tedesco Olaf Scholz che, animato da «un certo sollievo», ha auspicato la nascita di un «governo costruttivo».

Una speranza che il Cancelliere si troverà con tutta probabilità a indicare in prima persona all'inquilino dell'Eliseo – e non solo – anche a margine del summit Nato a Washington, nel tentativo comune di blindare il cordone sanitario contro l'estrema destra in vista del voto per il bis di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea.

In una giornata funestata dagli attacchi missilistici russi in Ucraina, l'esito restituito dalle urne francesi ha fatto gioire l'intero arco dei sostenitori di Kiev a lungo tormentati dalla possibilità che il fronte lepenista potesse indebolire il sostegno occidentale.

Un sentimento sintetizzato dal premier polacco Donald Tusk, che subito dopo le prime proiezioni ha tratteggiato gli stati d'animo contrastanti dell'intera Europa parlando di «entusiasmo a Parigi, delusione a Mosca e sollievo a Kiev», quanto basta per «essere felici a Varsavia».

«Non c'è accordo né governo con l'estrema destra»

Con l'incognita dell'ingovernabilità, ha analizzato invece Scholz, «resta adesso da vedere quali saranno gli sviluppi politici alla luce di questa inusuale costellazione uscita dalle urne».

Nella certezza che – guardando all'allargamento dell'Ue a nuovi Paesi – lo sviluppo della casa comune sarà «possibile solo insieme alla Francia», promotrice anche della Comunità politica europea.

Una linea, quella del socialista, condivisa anche dal premier spagnolo Pedro Sanchez - fautore, insieme al duo Scholz-Macron, dell'accordo sulle nomine Ue -, convinto che i cittadini francesi abbiano scelto, in un ideale filo conduttore che li unisce a britannici e spagnoli, «il progresso e l'avanzamento sociale», rifiutando invece «la regressione dei diritti e delle libertà».

Con una nota di importanza strategica ribadita ancora una volta in vista del voto dell'Europarlamento per la conferma di von der Leyen: «Non c'è accordo né governo con l'estrema destra».

«Il valore speciale» della «stabilità»

Lo scenario che rassicura di più Bruxelles è il pericolo scampato per il motore franco-tedesco già da tempo fiaccato dalle difficoltà politiche domestiche e da economie in affanno.

Se si può trarre una conclusione certa, è il commento giunto anche dal governo popolare greco di Kyriakos Mitsotakis, è «il valore speciale» della «stabilità».

Una stabilità che Parigi sarà chiamata a trovare nei prossimi giorni, ma che Macron potrà continuare a dare, nella visione di più diplomatici europei, anche a Bruxelles.

Di contro, le destre europee hanno incassato la sconfitta parlando di vittoria solo rimandata. «L'onda lepenista non sarà fermata per sempre», hanno sottolineato i belgi-fiamminghi del Vlaams Belang nel giorno della nascita dei Patrioti per l'Europa. E tra i sovranisti si guarda già al prossimo appuntamento: le elezioni in Austria il prossimo autunno.