La sinistra ha vinto di un soffio le elezioni politiche in Finlandia - e potrebbe tornare a guidare il governo dopo 20 anni - con un vantaggio risicato sui populisti dei Veri Finlandesi che hanno mancato un clamoroso trionfo per una frazione di punto.
Il Partito socialdemocratico (Sdp), guidato di Antti Rinne, ha ottenuto il 17,7% rispetto al 17,5% dei 'Veri Finlandesi'. Secondo i calcoli dei media locali, ai socialdemocratici vanno 40 seggi e ai Veri Finlandesi 39.
Il leader dell'ultradestra Olli Kotro aveva scommesso sulla paura dei cittadini di nuovi sacrifici richiesti dagli altri partiti per contrastare i cambiamenti climatici. E poi ancora sulla preoccupazione nell'opinione pubblica per un aumento dei reati sessuali, che l'estrema destra ha attribuito agli immigrati. Molti finlandesi gli hanno dato retta.
I 'Veri Finlandesi' hanno guadagnato consensi rispetto al 15% di preferenze alle elezioni precedenti, ma con il secondo posto potrebbero non avere voce in capitolo nel nuovo governo: un'occasione ghiotta mancata, tanto più che dal primo luglio Helsinki assumerà la presidenza del semestre UE.
In difesa di un generoso modello di welfare
La partita per guidare il Paese dovrebbe passare nelle mani dei socialdemocratici dell'ex sindacalista Rinne: la maggioranza dei finlandesi sembra aver puntato sulla lotta al cambiamento climatico e sulla difesa del generoso modello di welfare invidiato in tutto il mondo, ma indebolito da anni di austerità sotto il governo di centrodestra dell'ex premier Juha Sipila.
Sipila si era dimesso il mese scorso proprio dopo la bocciatura della sua riforma sanitaria, che voleva ridurre sensibilmente i costi per la salute. E anche le urne hanno confermato che le sue ricette non sono state apprezzate: il suo partito di centro è quarto, dietro anche ai conservatori.
Puntare al rafforzamento dello stato sociale
Rinne, al contrario, in campagna elettorale ha puntato su un rafforzamento dello stato sociale, promettendo tra le altre cose di aumentare le pensioni di 100 euro al mese per fare uscire dalla povertà oltre 55mila persone. Il premier in pectore non ha avuto paura di chiedere un aumento delle tasse, che sono già tra le più alte in Europa, con un'aliquota massima per le persone fisiche di oltre il 51%. In un Paese, tra l'altro, in cui c'è un'aspettativa di vita tra le più alte in Europa (gli over 65 superano il 21% della popolazione), con evidenti conseguenze sulla spesa pubblica.
Programmi a parte, il primo problema dei socialdemocratici sarà trovare partner per una coalizione. Perché i numeri non consentiranno loro di governare da soli.
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