Passaggio di consegne questa mattina a Parigi tra Gérard Collomb e il premier Edouard Philippe.
Con le dimissioni di ieri del ministro dell'Interno, determinato a tornare sindaco nella sua Lione, il capo del governo prende ad interim anche il suo ruolo, come richiestogli dal presidente Emmanuel Macron, in attesa di trovare un successore.
Quella che si consuma in queste ore in Francia viene descritta come una delle peggiori crisi di governance dall'inizio del mandato di Macron.
Nel corso della cerimonia al ministero degli Interni - in cui i giornalisti sono stati lasciati entrare in fretta e furia senza controlli all'ingresso, un fatto rarissimo - Collomb ha illustrato il bilancio dei suoi 16 mesi di lavoro aggiungendo di lasciare l'incarico con "rimpianto".
"Lascio un grande ministero", ha insistito dinanzi al personale riunitosi dinanzi a lui e al premier Edouard Philippe giunto con circa dieci minuti di ritardo, mentre Collomb lo aspettava a braccia conserte all'ingresso del dicastero. Tanto che alcuni si chiedono se non sia stata una sorta di umiliazione inflitta all'uomo che ha sbattuto la porta del governo indebolendo ulteriormente la presidenza di Emmanuel Macron.
Al termine del suo discorso, Collomb ha stretto la mano al personale del ministero venuto a salutarlo, poi si è avviato verso l'auto che l'attendeva in Place Beauvau, pronto a lasciare Parigi per la sua amata Lione. "Ogni volta che mi allontano da Lione - aveva detto ieri in un'intervista a Bien Public - mi rendo conto della sua immensa bellezza. Parigi è molto più cementificata e meno varia architettonicamente".
Nel toto-nomi sui possibili successori dopo l'interim di Philippe, l'ex capo della Polizia Frédéric Péchenard o gli attuali ministri Gérald Darmanin (Conti Pubblici), Jean-Yves Le Drian (Esteri) o Christophe Castaner (Rapporti col Parlamento oltre che segretario di En Marche).
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