A processo in Francia Il kamikaze del Bataclan Salah: «Nulla di personale contro quella gente»

SDA

15.9.2021 - 22:33

Le indagini hanno accertato la diretta attività di supporto del 36enne agli autori degli attentati terroristici del teatro Bataclan, a Parigi nel novembre del 2015.
Le indagini hanno accertato la diretta attività di supporto del 36enne agli autori degli attentati terroristici del teatro Bataclan, a Parigi nel novembre del 2015.
KEYSTONE/AP/KAMIL ZIHNIOGLU

«Abbiamo combattuto la Francia, abbiamo attaccato la Francia, prendendo di mira la popolazione, i civili. Ma in realtà non abbiamo niente di personale contro quella gente, il nostro bersaglio era la Francia e nient'altro. Per i suoi aerei che hanno bombardato lo Stato islamico, gli uomini, le donne, i bambini».

15.9.2021 - 22:33

Salah Abdeslam, l'unico kamikaze sopravvissuto dopo le stragi del 13 novembre 2015 a Parigi, torna a parlare e lo fa con parole che suscitano l'indignazione dei presenti, delle parti civili, dei parenti delle vittime. Da qualche banco si sono levate grida di protesta, insulti. In molti piangevano, si stringevano l'uno con l'altro.

Freddo e determinato, nel giorno del suo 32esimo compleanno Salah ha ammesso la sua responsabilità negli attentati. Fra i 14 imputati, anche Mohamed Abrini – indicato nelle indagini come «l'uomo con il cappello» per una foto sulla quale fu inizialmente individuato ma non identificato – ha riconosciuto di aver partecipato agli attentati. Ha però assicurato che non era lui «il cervello delle operazioni».

Salah Abdeslam, diversamente dalle prime udienze in cui aveva infranto ogni regola costringendo il presidente del tribunale a chiudergli il microfono, ha parlato oggi quando il giudice gli ha dato la parola. Lo ha fatto con una voce controllata, misurata, molto diversa rispetto a quella dei suoi primi interventi, in cui annunciò di aver «abbandonato qualsiasi professione per diventare un combattente dello Stato islamico».

Stavolta, in una dichiarazione «spontanea» sollecitata dai suoi difensori, ha esordito avvertendo «sarò un po' lungo». In realtà ha parlato 5 minuti ma per i presenti e per i familiari delle persone rimaste uccise o ferite è stato un tempo interminabile. Ha mostrato anche insofferenza per le parole usate per definire lui e gli altri imputati, «terroristi, jihadisti, radicalizzati... in realtà – ha obiettato – si tratta soltanto di autentico islam, e questi terroristi, questi radicali, sono dei musulmani».

Ha parlato sempre con la mascherina nera abbassata, vestito con una t-shirt scura, i capelli fissati all'indietro con il gel: «Quando François Hollande ha preso la decisione di attaccare lo Stato islamico in Siria – ha continuato il franco-marocchino – sapeva i rischi che correva. Sapeva che prendendo quella decisione, dei francesi sarebbero morti». «So che queste mie parole possono scioccare – ha aggiunto – soprattutto delle anime sensibili. Ma il mio scopo non è di rigirare il coltello nella piaga. Il minimo che si possa dire alle vittime, è la verità».

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