Protesta per le pensioni Francia sulle barricate, Macron: «A disposizione dei sindacati»

SDA

24.3.2023 - 21:54

Il presidente francese Emmanuel Macron
Il presidente francese Emmanuel Macron
KEYSTONE/EPA/IAN LANGSDON

Non è tempo di aprire la reggia di Versailles, di ricevere i re, di mostrare ricchezza e potenza. I francesi sono sulle barricate per non rinunciare «a due anni di vita libera», come ripete il capopopolo Jean-Luc Mélenchon. Dopo la giornata più dura, con manifestazioni ovunque, centinaia di incendi, quasi 500 fermati e altrettanti feriti, Emmanuel Macron ha rinviato l'attesa prima visita di Carlo III in Francia.

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Un segnale di debolezza, sottolinea l'opposizione. «Di buon senso», ribatte l'Eliseo. Con un piccolissimo spiraglio che, per la prima volta, sembra aprirsi: «Sono a disposizione dei sindacati», ha detto da Bruxelles il presidente francese.

In un Paese in rivolta contro la riforma delle pensioni, con centinaia di incendi ogni sera, scontri ovunque, blocchi stradali, cassonetti sommersi di immondizie era comunque tutto pronto.

Come un rito irreale, già sembrava di vedere re Carlo III in frac e la regina consorte Camilla in abito lungo fare il loro ingresso lunedì sera nella galleria degli Specchi della Reggia di Versailles. Ci sarebbe stata una tavola lunga 60 metri, sontuosamente apparecchiata, con 150 invitati. Emmanuel e Brigitte Macron avrebbero indicato ai sovrani ospiti il loro posto d'onore, poi si sarebbe dato il via al banchetto, preparato da stellatissimi chef.

Ma la certezza che i fuochi e le barricate non si potevano far sparire per incanto ha convinto il presidente questa mattina a rinviare la visita a tempi migliori. «Decideremo all'inizio dell'estate in base alle nostre agende. Non saremmo stati seri se avessimo proposto al re e alla regina consorte di venire a fare una visita di stato in mezzo alle manifestazioni».

Carlo e Camilla, da parte loro, «si rallegrano dell'opportunità di recarsi in Francia appena sarà possibile trovare delle date».

Esulta l'opposizione e l'onda dell'antimacronismo

Esulta l'opposizione e l'onda dell'antimacronismo che ormai travolge tutto in Francia: «Ordine di dispersione per il raduno dei re a Versailles da parte della censura popolare», si è rallegrato il tribuno Mélenchon, che pure poche ore prima dava il «benvenuto» a re Carlo nella Francia in subbuglio. La parlamentare insoumise Clémentine Autain poi ritiene di scorgere segnali per lei positivi: «La monarchia vacilla».

Nelle ultime ore i preparativi erano stati febbrili, ma la sequenza del discorso di Macron in tv mercoledì e delle violentissime manifestazioni di ieri – per le quali oggi anche il Consiglio d'Europa si è allarmato per «l'eccessivo uso della forza da parte della polizia francese» – hanno fatto precipitare la situazione.

Sul terreno, ogni sera le città si abituano ad andare a dormire al suono delle sirene e dei petardi, delle grida dei gruppetti di manifestanti che incendiano (ieri anche il portone d'ingresso del Comune di Bodeaux) e delle granate esplosive della polizia.

Parigi sommersa dall'immondizia e dal caos

A Parigi, sommersa dall'immondizia e dal caos, con le pompe di benzina che cominciano a lamentare penuria di carburante e i voli annullati a Orly e Charles de Gaulle, è risuonato il grido d'allarme del Comune: «La situazione della capitale è molto preoccupante – ha detto Emmanuel Grégoire, vice di Anne Hidalgo – non si può andare avanti così ancora per molti giorni, c'è una situazione quasi insurrezionale».

Piovono disdette sulle vacanze di Pasqua, i ristoranti e gli hotel lamentano danni e non vedono la fine di questa nuova crisi dopo i gilet gialli e la pandemia.

Se tutto sembra fermo e ognuno affila le armi per il prossimo scontro – prevista la decima giornata di mobilitazione martedì prossimo – un timido spiraglio come si diceva sembra essere arrivato dal presidente Macron. E qualcosa si muove anche nel sindacato.

Macron: «Sono a disposizione dei sindacati»

A Bruxelles per il vertice Ue, il capo dell'Eliseo si è detto «a disposizione dei sindacati»: «Ho dato la disponibilità a fare passi avanti su temi come i lavori usuranti, il fine carriera, le riconversioni, l'evoluzione dei percorsi professionali, le condizioni di lavoro, le remunerazioni di alcuni settori. Sono quindi a disposizione dei sindacati se vorranno venire ad incontrarmi per andare avanti su tutti questi temi. Per il resto, la riforma delle pensioni è davanti al Consiglio costituzionale ed è chiaro che ora aspettiamo la sua decisione entro un mese».

Un'ipotesi di tregua? Al sindacato non basta. Almeno ufficialmente. Però Laurent Berger, il segretario della Cfdt che mercoledì si è infuriato quando Macron ha accusato lui e gli altri leader di «non avergli proposto alcun compromesso», non ha chiuso la porta: «Per calmare le acque – ha detto – chiediamo a Macron di mettere in pausa per 6 mesi la riforma delle pensioni».