Regno Unito Gran Bretagna: tutti contro Mordaunt per le sfide tv, Truss si rilancia

SDA

15.7.2022 - 11:51

Penny Mordaunt è il nome in ascesa per il dopo Johnson.
Penny Mordaunt è il nome in ascesa per il dopo Johnson.
Keystone

Tutti contro Penny Mordaunt, battitrice libera in ascesa, nella sfida senza esclusione di colpi fra i pretendenti Tory alla successione di Boris Johnson come leader del partito di maggioranza e futuro (o futura) premier del Regno Unito.

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I voti preliminari del gruppo parlamentare, che finora hanno scremato a 5 i nomi in lizza, riprenderanno la prossima settimana per indicare alla fine i due da mandare al ballottaggio dinanzi a una platea di poco più di 100'000 militanti, mentre nel week-end vanno in scena alcuni dibattiti tv di gruppo fra i protagonisti rimasti in corsa.

Si tratta, in ordine di preferenze raccolte finora, dell'ex cancelliere dello scacchiere Rishi Sunak, della Mordaunt (viceministra del Commercio ed ex ministra della Difesa), della titolare degli esteri Liz Truss, della pasionaria della nuova destra Kemi Badenoch e del relativamente moderato Tom Tugendhat.

La vera battaglia è però fra chi sfiderà il frontrunner del voto parlamentare Sunak al ballottaggio fra le due contendenti donne meglio piazzate: la sorprendente Mordaunt e la predestinata della vigilia (nei pronostici dei media) Truss.

I sondaggi e i bookmaker sono con la prima, l'establishment più destrorso e liberista con la seconda, che s'è rilanciata incassando il sostegno dell'attorney general Suella Braverman, ultima aspirante eliminata nello scrutinio di ieri.

Ecco spiegati gli attacchi di queste ore a cerchi concentrici, e sempre più velenosi, nei confronti della 49enne «Penny»: riservista della Royal Navy e paladina irriducibile della Brexit sostenuta da figure storiche dell'euroscetticismo meno compromesse con l'era Johnson come David Davis o Andrea Leadsom, ma più liberal dei rivali su temi sociali come i diritti di gay o disabili, pur avendo fatto irritare di recente gli attivisti transgender con la rivendicazione del fatto d'essere «biologicamente donna».

Contro di lei si è scatenato il Daily Mail, tabloid simbolo del populismo di destra isolano, ma anche il Times di Rupert Murdoch. Dando ampio spazio a quei settori più radicali della corrente dei pretoriani (o ex pretoriani) johnsoniani passati armi e bagagli dalla parte della 47enne Truss.

Fra gli altri l'ex ministro della Brexit, lord David Frost che, avendo avuto tempo fa Mordaunt nel suo team, le rinfaccia di essere una politica «part time», brillante e talora fuori misura nella retorica (condita in passato di qualche goliardia di troppo, dicono i detrattori), quanto non sufficientemente concentrata «sui dettagli» dei dossier che contano. E quindi inadatta a fare la premier.

Frost ha lanciato un appello ai candidati da lui ritenuti più thatcheriani a riunirsi quindi dietro Truss: appello già raccolto da Braverman, ma non ancora dalla rampante Badenoch, il cui pacchetto di voti – ben più sostanzioso – potrebbe essere in ultimo decisivo per determinare chi sfiderà Sunak all'atto finale.

A un ballottaggio (il cui risultato verrà annunciato il 5 settembre) che Penny potrebbe vincere a mani basse dinanzi agli iscritti, se ci arrivasse, e nel quale Liz partirebbe invece sulla carta ad armi pari col 42enne ex cancelliere d'origini familiari indiane.