È lo schiaffo storico al partito di Angela Merkel il risultato più rumoroso delle elezioni di Amburgo, che si è confermata roccaforte socialdemocratica, in assoluta controtendenza con il resto della Germania.
Stando alle prime proiezioni divulgate della ZDF, rispetto al 2015 sono calate le preferenze per l'Spd, che resta però in netto vantaggio con il 37,8% (-7,8) e potrà continuare a governare la città-Stato del vicecancelliere Olaf Scholz.
I Verdi hanno raddoppiato i loro consensi con il 25,4% (+13,1) senza però superare gli alleati dell'esecutivo uscente. Evidenti, e verosimilmente non privi di conseguenze anche nei prossimi giorni, sono stati gli effetti del terremoto della Turingia, che ha travolto i partiti del centrodestra e della destra.
«Non ci girerò attorno, è una giornata amara per la Cdu, che ha riportato una sconfitta dalle dimensioni storiche che non possiamo sottovalutare in alcun modo», ha detto il segretario generale Paul Ziemiack, annunciando che questi risultati – il partito è dato all'11,3% (-4,6) – saranno «analizzati e discussi domani in presidio». Rischiano di uscire fuori dall'assemblea regionale (che ad Amburgo si chiama Buergerschaft) infine i liberali di Christian Lindner, per ora al 5% (-2,4), e l'ultradestra di Afd, al 4,7% (-1,4). La soglia è il 5%.
Queste urne che sarebbero potute passare quasi inosservate – vista la solidità del quadro locale, con due terzi della cittadinanza più che soddisfatta della coalizione rosso-verde uscente – riflettono invece i traumi delle ultime settimane, dopo l'elezione di un presidente liberale con i voti di Afd (poi ritiratosi) in Turingia e l'attentato che ha sconvolto Hanau pochi giorni fa, dove un terrorista di ultradestra (con problemi psichici gravi) ha ucciso nove persone fra i shisha Bar della città dell'Assia.
L'uscente Peter Tschentscher, 53 anni, primo Burgermeister (così si chiama il ministro presidente della città stato anseatica) può restare dunque alla guida del Land, avendo battuto Katharina Fegebank, 42 anni, unica altra possibile aspirante al ruolo. La campagna elettorale alle spalle è stata segnata soprattutto dal duello fra alleati, che hanno basato la competizione su temi locali come le politiche del traffico, per il clima, l'istruzione e la sicurezza interna.
«Un risultato fantastico», ha esultato subito dopo gli exit poll il leader dei Verdi Robert Habeck, che ha approvato la campagna ambiziosa della candidata amburghese, la quale mirava addirittura al sorpasso. «Superfelice» anche Olaf Scholz, il vicecancelliere socialdemocratico che lasciò l'amato incarico da sindaco per entrare nel Merkel IV. «L'Spd ad Amburgo è un grande partito popolare in grado di muovere gli elettori», ha affermato. Una tregua per il suo partito, che assiste in questi giorni al disorientamento della Cdu di Merkel.
Ora i cristiano-democratici dovranno accelerare la ricerca di un leader, dopo la rinuncia di Annegret Kramp Karrenbauer. Secondo indiscrezioni, per non litigare (ci sono già 4 candidati) potrebbero puntare ad una 'formazione' (una sorta di squadra) al timone del partito.
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