Guerra in Ucraina Berlino vuole consegnare altre armi a Kiev

SDA

23.3.2022 - 19:43

La Germania vuole consegnare altre armi all'Ucraina: il ministero della difesa ha preparato la richiesta al Consiglio di sicurezza federale per 2000 lanciarazzi dell'esercito tedesco.
La Germania vuole consegnare altre armi all'Ucraina: il ministero della difesa ha preparato la richiesta al Consiglio di sicurezza federale per 2000 lanciarazzi dell'esercito tedesco.
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La Germania vuole consegnare altre armi all'Ucraina: il ministero della difesa ha preparato la richiesta al Consiglio di sicurezza federale per 2000 lanciarazzi dell'esercito tedesco.

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E Olaf Scholz, dal Bundestag, si rivolge di nuovo a Kiev: «Ho ancora nelle orecchie le parole del presidente Zelensky, il quale ha detto: "non possiamo sopravvivere senza l'aiuto del mondo2. Voglio rispondergli oggi: l'Ucraina può fidarsi del nostro aiuto».

Tuttavia, la linea rossa del cancelliere non cambia e non può cambiare, spiega. Al parlamento, Scholz traccia uno scenario chiaro sull'ipotesi di uno stop immediato all'energia russa: «Se accadesse da un giorno all'altro, la Germania e l'Europa finirebbero in recessione. Ci sarebbero centinaia di migliaia di posti di lavoro a rischio, l'industria sarebbe sul baratro».

E in un'intervista al Die Zeit, in uscita domani, il Bundeskanzler diventa anche più concreto: «non stiamo parlando del fatto che d'inverno dovremmo indossare un pullover più pesante, come si dice in modo superficiale. Ma del fatto che appartamenti, ospedali, strutture per anziani e scuole non potrebbero più esser riscaldate, e che l'industria non potrebbe più essere approvvigionata dal punto di vista energetico».

La tensione in materia a Berlino è palpabile, tanto che alla notizia che Mosca continuerà a rifornire solo in cambio di rubli, il ministro dell'Economia Robert Habeck ha reagito a stretto giro denunciando la «rottura del contratto».

È poi una fonte governativa a chiarire che, nonostante tutti gli sforzi della Germania di raggiungere velocemente l'autonomia da Mosca, «si tratta di un processo, che potrebbe durare qualche anno piuttosto che qualche mese». E un obiettivo concreto e una stima su quando la Germania non sarà più sotto il ricatto energetico al momento non può esserci.

In vista del triplice vertice di domani, a Bruxelles, dove si terranno il consiglio europeo, il G7 e il summit della Nato, a Berlino si ribadisce anche l'assoluta contrarietà all'ipotesi di una no fly zone «il rischio di un'escalation incalcolabile sarebbe troppo elevato e non si può assumere», dice una fonte governativa; e anche alla proposta di una missione di pace della Nato: «dovrebbero essere d'accordo entrambe le parti e non riteniamo sia questo il caso».