GiapponeIl premier Kishida lascia: «È ora mi faccia da parte»
SDA
14.8.2024 - 21:41
Giunge al capolinea il mandato del premier giapponese Fumio Kishida, che – al pari del suo predecessore Yoshihide Suga, tre anni fa – decide di non ricandidarsi alle elezioni di settembre del partito Liberal-democratico (Ldp), rinunciando di fatto ad estendere la sua esperienza triennale alla guida del governo.
Il primo ministro giapponese Fumio Kishida (foto d'archivio).
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Keystone-SDA
14.08.2024, 21:41
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Il primo ministro 67enne, erede di una dinastia di funzionari pubblici di Hiroshima, non è mai riuscito a fare breccia nell'elettorato nipponico, con tassi di approvazione scesi vicini al 20%, rivelandosi come uno dei leader più impopolari del partito conservatore negli ultimi decenni.
«Per dimostrare alle persone che il nostro partito intende rinnovarsi non intendo prender parte alle imminenti presidenziali. I candidati dovranno lavorare uniti sotto una nuova guida per ripristinare la fiducia dei cittadini nella politica e affrontare le prossime sfide», ha detto Kishida in una conferenza stampa.
Un cambiamento che era nell'aria, e resosi necessario dopo lo scandalo dello scorso anno legato agli opachi finanziamenti alle correnti dell'Ldp vicine all'ex premier Shinzo Abe, che, malgrado le purghe ordinate dallo stesso Kishida, ha finito per minare irrimediabilmente le fondamenta del partito che ha governato il Paese quasi ininterrottamente negli ultimi 50 anni.
Non è andata meglio la gestione sul piano economico, con la quarta economia mondiale che ha provato a scrollarsi definitivamente lo spettro ventennale della deflazione nel periodo post Covid-19, piombando nella spirale inflazionistica, nonostante un piano di stimolo da 17mila miliardi di yen (105 miliardi di euro), approvato lo scorso novembre, in scia alle promesse di un 'nuovo capitalismo' formulate dal premier all'inizio della sua investitura, considerate 'vaghe' dagli analisti, la cui accezione è ancora in corso di interpretazione.
Rapida evoluzione a livello geopolitico
L'incarico di Kishida è stato inoltre segnato da una rapida evoluzione a livello geopolitico, che ha spinto il Paese del Sol Levante a rivedere la costituzione di stampo pacifista su espressa richiesta dell'alleato statunitense.
In questa direzione il leader conservatore si è impegnato a raddoppiare oltre misura la spesa per la difesa a fronte del presunto espansionismo della Cina nell'Indo-Pacifico; e sugli stessi presupposti ha tentato di ricucire i rapporti diplomatici con la Corea del Sud, consentendo nuovamente una maggiore cooperazione in materia di sicurezza militare con Washington.
L'impegno a schierarsi con il blocco occidentale a favore del sostegno all'Ucraina non è servito a risolvere le annose dispute territoriali con la vicina Russia, e ad attenuare la minaccia del programma missilistico e nucleare proveniente da Pyongyang.
Chi sono i possibili successori?
A circa un mese dalla nomination del partito si delineano i possibili successori, tra i quali spiccano in prevalenza membri appartenenti all'apparato burocratico: dall'ex ministro della Difesa, Shigeru Ishiba, al Segretario generale dell'Ldp, Toshimitu Motegi, il riformista Taro Kono, attuale ministro delle Riforme Digitali, e l'ex ministro dell'Ambiente Shinjiro Koizumi, figlio fotogenico, considerato di buone speranze dell'ex premier Junichiro.
Chiunque succederà a Kishida, dicono i commentatoti politici, dovrà ripristinare la fiducia del pubblico nel partito e contenere l'aumento del costo della vita, amplificato dalla debolezza dello yen, mediare le tensioni geopolitiche con la vicina Cina, e il potenziale ritorno di Donald Trump.