ItaliaFesta della Liberazione, a Roma si sostiene anche l'Ucraina
SDA
25.4.2022 - 19:45
La guerra in Ucraina divide le piazze di Roma per festeggiare i 77 anni della Liberazione in Italia: da una parte il tradizionale corteo dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi), concluso a Porta San Paolo, luogo simbolo della Resistenza, alla presenza di circa 3.500 persone; dall'altra il raduno – quasi duecento i partecipanti – organizzato a Largo Argentina dalle associazioni partigiane 'alternative', cui hanno aderito Azione, +Europa e Comunità ebraica, con lo slogan: «Celebrare la Liberazione è schierarsi con la resistenza di Kiev» e tante bandiere ucraine. Nessun problema di ordine pubblico.
25.04.2022, 19:45
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Al punto di partenza del corteo Anpi tra bandiere rosse, della pace, di Emergency, anche uno striscione di Rifondazione comunista: «Basta guerre. Contro Putin e contro la Nato» ed un altro cartello che raffigurava la morte con la falce ed un mantello a stelle e strisce. «Non li condivido, sono inopportuni, ce ne occuperemo. Siamo grati agli Alleati ed alle migliaia di giovani americani morti per la Liberazione dell'Italia», ha commentato il presidente di Anpi Roma e Lazio, Fabrizio De Sanctis.
In effetti, poco dopo, lo striscione ed il cartello sono stati rimossi dal servizio d'ordine, pronto a disinnescare ogni possibile provocazione, dopo le polemiche per la posizione dell'Associazione, tacciata di essere filo-Putin. «Vogliamo – ha tagliato corto De Sanctis – mantenere il senso di festa e commozione per i caduti della Resistenza. Abbiamo sempre condannato l'occupazione di uno Stato sovrano. Il tema centrale però è la pace. Noi siamo contro l'invio delle armi e contro il riarmo dell'Europa».
Alle 10, al suono di 'Bella Ciao' e con in testa lo striscione ufficiale: 'I Partigiani', il colorato corteo è partito attraversando luoghi significativi come il ponte dedicato a Settimia Spizzichino, unica donna sopravvissuta alla retata del 16 ottobre del 1943 del Ghetto di Roma e deportata ad Auschwitz.
Dopo un paio d'ore lo sfilamento è giunto a destinazione a Porta San Paolo, dove il 10 settembre 1943 circa 400 civili furono uccisi dai nazifascisti. Nel suo intervento de Sanctis ha ribadito la posizione dell'Anpi: «Ci hanno dato – ha ricordato – degli equidistanti e questo ci ferisce molto. Esprimo commozione per il bagno di sangue in Ucraina. Sentiamo invocare la guerra mondiale da troppe parti. Il simbolo dei partigiani non è un fucile né un carro armato ma un fiore».
A Largo Argentina accento sull'Ucraina
Diversa l'atmosfera a Largo Argentina, dove l'accento degli interventi è stato messo sul sostegno all'Ucraina. «Noi – ha spiegato il leader di Azione, Carlo Calenda – senza se e senza ma siamo con il popolo aggredito. La resistenza ucraina deve essere aiutata in tutti i modi. Anche per questo confesso di non aver capito come si possa celebrare la resistenza negando il diritto a resistere».
Sulla stessa linea Emma Bonino (+Europa). «Noi – ha precisato – non abbiamo nulla contro il popolo russo, ce l'abbiamo con Putin, che pensa di potersi prendere qualunque territorio».
Per Oles Horodestskyy, presidente dell'Associazione cristiana degli ucraini in Italia, «gli ucraini non sono guerrafondai, amano la pace, ma ora stanno morendo in tanti e è venuto il momento di fermare l'aggressore».
Le parole di Iole Mancini
Ma le frasi più significative della giornata di festa romana sono forse arrivate da Iole Mancini, partigiana di 102 anni, che ha chiuso la manifestazione dell'Anpi andando al cuore del significato del 25 aprile, al di là di polemiche e divisioni di giornata.
«Oggi – ha detto con un filo di voce la donna, ultima sopravvissuta alla prigione di via Tasso, simbolo dell'occupazione nazista a Roma, dove tra i torturatori c'era anche Erich Priebke – i giovani forse non si rendono conto che vivono in un Paese libero, sono liberi di esprimersi, di passeggiare. Noi no, c'era la dittatura fascista e tutto era molto difficile. Siete giovani, studiate – è l'appello – fate la vostra carriera, questo significa Resistenza, riuscire a salire su questo palco è una grande gioia».
E si è accomiatata intonando – flebilmente ma con ferrea volontà – 'Bella Ciao', tra la commozione dei presenti.