ElezioniMeno italiani alle urne rispetto a quattro anni fa
SDA
25.9.2022 - 20:55
Meno cittadini stanno votando in confronto a quattro anni fa, almeno secondo le percentuali. Continua a scendere l'affluenza di elettori e crolla al Sud rispetto al 2018.
Keystone-SDA
25.09.2022, 20:55
25.09.2022, 21:49
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Cambia ancora la geografia della partecipazione al voto, nel Mezzogiorno sale l'astensionismo e in nessuna regione il dato supera o eguaglia quello delle precedenti elezioni politiche: a livello nazionale il gap è di oltre 7 punti percentuali, ma in alcuni casi, come in Campania, raggiunge il -15 punti. A quattro ore dalla chiusura delle urne, alle ore 19, l'affluenza era del 51,14%.
Rispetto al 2018 le regioni che registrano il minor calo dell'affluenza sono Lazio (-2,3), Lombardia (-4,2), Sicilia (-5,2, considerando che qui si svolgono anche le elezioni regionali), Toscana (-5,8) e Friuli-Venezia Giulia (-6,2).
L'Emilia Romagna è invece la regione dove in percentuale si è votato di più, al 59,76 (ore 19).
I cali più importanti dell'affluenza rispetto a quattro anni fa si registrano invece in Campania (-13,9), Calabria (-12,7), Molise (-12,4), Basilicata (-11,9) e Sardegna (-11,5).
Alle precedenti politiche invece era stato proprio il Sud a trainare i dati di affluenza rispetto al passato, un elemento che – visti poi i risultati elettorali – aveva portato alte percentuali di voto per il Movimento 5 stelle, primo partito alle elezioni 2018.
L'analisi dei dati
Quest'anno i numeri sono in minor calo – secondo le rilevazioni di YouTrend – nei Comuni dove ci sono più laureati, occupati e con maggiore presenza di stranieri mentre diminuiscono ulteriormente dove c'è maggiore presenza di disoccupati e dove c'è una minor presenza di stranieri.
Ancora, analizzando i dati pervenuti alle 19, in base alle caratteristiche dei Comuni, l'affluenza cala maggiormente in quelli meno popolosi e con il reddito inferiore rispetto a quelli più popolosi e con il reddito medio più alto.
A Roma ha votato il 54,15% (rispetto al 56,24% delle precedenti politiche) e a Rieti, in controtendenza, l'affluenza aumenta: 54,29% rispetto al 53,71%.
Inoltre, puntando la lente di ingrandimento su grandi città come la capitale, i municipi periferici della capitale, sia nelle aree popolari sia in quelle benestanti conservatrici, sono quelli dove l'affluenza per il voto è minore. In quelli storicamente progressisti l'affluenza cresce più della media – e molti ricadono nel collegio dove sono candidati Calenda e Bonino.