Accordo Londra-Kigali Johnson in Ruanda difende il piano sui migranti

SDA

23.6.2022 - 18:28

Il premier britannico Boris Johnson ha difeso oggi in Ruanda, in sintonia con il presidente locale Paul Kagame, il controverso accordo firmato da Londra e Kigali per trasferire nel Paese africano parte dei migranti illegali in attesa di risposta su richieste di asilo.
Il premier britannico Boris Johnson ha difeso oggi in Ruanda, in sintonia con il presidente locale Paul Kagame, il controverso accordo firmato da Londra e Kigali per trasferire nel Paese africano parte dei migranti illegali in attesa di risposta su richieste di asilo.
Keystone

Il premier britannico Boris Johnson ha difeso oggi in Ruanda, in sintonia con il presidente locale Paul Kagame, il controverso accordo firmato da Londra e Kigali per trasferire nel Paese africano parte dei migranti illegali in attesa di risposta su richieste di asilo.

«Le voci critiche devono guardare allo spirito aperto di questo programma e comprendere come il Ruanda abbia conosciuto una trasformazione democratica profonda negli ultimi decenni... al di là di certi stereotipi», ha detto Johnson con Kagame al fianco dopo essere arrivato nella capitale ruandese in vista del vertice dei Paesi dell'ex impero britannico raccolti del Commonwealth in programma fra domani e sabato.

BoJo ha quindi esaltato il ruolo dello stesso Commonwealth nello scenario mondiale, evocando un rafforzamento dei legami politici, di sicurezza ed economico-commerciali sullo sfondo delle attuali turbolenze internazionali oltre che del dopo Brexit. Non senza tornare a imputare almeno in parte «alle conseguenze dell'invasione in Ucraina della Russia di Putin» l'impennata globale dei costi del cibo abbattutasi sull'Africa.

«Una rivoluzione industriale verde»

A margine di questa visita, il governo britannico ha inoltre annunciato nuovi stanziamenti a sostegno di «una rivoluzione industriale verde» in vari Paesi africani, in nome della battaglia contro il cambiamento climatico: inclusi 200 milioni di dollari destinati a un progetto per lo sviluppo dell'energia idroelettrica in partnership con la Norvegia.

Domani Johnson incontrerà faccia a faccia anche il principe Carlo, a cui la regina Elisabetta ha lasciato ormai da anni la presidenza d'onore delle riunioni del Commonwealth, e che giorni fa non ha mancato di criticare pesantemente in conversazioni private rivelate dal Times il suo «Piano Ruanda» sui migranti. Un incontro potenzialmente imbarazzante, ma su cui il premier s'è detto sereno giurando anzi di voler evidenziare «i meriti» della corona e dell'erede al trono nella promozione della concordia e dei diritti umani in seno al Commonwealth.