Aiuti sospesi L'Occidente contro il golpe in Niger, ultimatum dell'Unione africana

SDA

29.7.2023 - 20:12

Il generale Abdourahmane Tchiani si autoproclama nuovo leader del Niger in un discorso alla tv di stato.
Il generale Abdourahmane Tchiani si autoproclama nuovo leader del Niger in un discorso alla tv di stato.
Keystone

Le diplomazie occidentali, l'Unione europea e l'Unione africana affilano le armi dopo il golpe in Niger guidato da Abdourahamane Tchiani, capo delle Guardie presidenziali, che ha destituito il presidente Mohamed Bazoum.

Il generale Tchiani ha motivato la presa del potere con le mancate misure per fronteggiare la crisi economica e «il deterioramento della situazione della sicurezza» nel Paese minato dalla violenza dei gruppi jihadisti.

Bruxelles, per bocca dell'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, ha chiesto la liberazione immediata e senza condizioni di Bazoum e della sua famiglia. L'Unione – ha proseguito il politico spagnolo – ha annunciato poi la sospensione di ogni cooperazione in materia di sicurezza».

Aiuti sospesi

Non meno dura è stata la reazione del Consiglio di sicurezza dell'Unione africana (Ua) che ha concesso ai militari del Niger 15 giorni di tempo per «ritornare immediatamente e incondizionatamente nelle loro caserme e ripristinare l'ordine costituzionale» dopo il golpe dei giorni scorsi. Ore prima gli Stati Uniti avevano dichiarato il loro «sostegno instancabile» al deposto presidente, visto come un alleato chiave dell'Occidente nella lotta contro i militanti islamisti.

In campo anche la Francia: il presidente Emmanuel Macron, che ha riunito il Consiglio di difesa e sicurezza nazionale, ha deciso di sospendere «tutti i suoi aiuti allo sviluppo e le azioni di sostegno al bilancio», chiedendo il ritorno senza indugio all'ordine costituzionale. In Niger sono attualmente schierati 1.500 soldati francesi che hanno lavorato finora con l'esercito nigerino. Gli Stati Uniti ne hanno invece circa un migliaio sul posto.

Terzo golpe nel Sahel

Il generale Abdourahamane Tchiani si è presentato ieri sugli schermi televisivi nazionali per leggere una dichiarazione, presentandosi come il nuovo uomo forte del Paese, prima che l'entourage politico di Bazoum denunciasse «un colpo di stato per convenienza personale».

Dopo Mali e Burkina Faso, il Niger, finora alleato con i Paesi occidentali, diventa il terzo Paese del Sahel, minato dagli attentati di gruppi legati allo Stato Islamico e ad al Qaeda, a subire un golpe dal 2020.