Libano Il voto conferma gli equilibri, Hezbollah resta forte

SDA

15.5.2022 - 21:01

Il voto odierno in Libano ha confermato gli equilibri politici attuali con Hezbollah, il partito di Dio vicino all'Iran, che rimane ancora forte.
Il voto odierno in Libano ha confermato gli equilibri politici attuali con Hezbollah, il partito di Dio vicino all'Iran, che rimane ancora forte.
Keystone

Ai libanesi che chiedevano a gran voce il «cambiamento» in un paese segnato dalla peggiore crisi economica della sua storia, le urne hanno confermato il dominio delle forze dominanti secondo una spartizione di quote politiche più o meno invariata.

15.5.2022 - 21:01

E' ancora presto per misurare la capacità delle forze dette di «opposizione» di ottenere alcune manciate di seggi, in un parlamento composto da 128 scranni ripartiti secondo linee confessionali che rafforzano il potere dell'elite.

In attesa dei risultati definitivi di lunedì, le indicazioni preliminari giunti finora dalle 15 circoscrizioni indicano che il movimento sciita armato filo-iraniano Hezbollah e i suoi alleati hanno mantenuto e, in certi casi rafforzato, le proprie posizioni.

Analogamente, la comunità cristiano maronita rimane spaccata in diverse aree nella tradizionale rivalità tra il partito delle Forze libanesi, sostenuto dall'Arabia Saudita in funzione anti-iraniana, e la Corrente patriottica libera, fondata dal presidente della repubblica Michel Aoun, guidata dal genero, Gibran Bassil e alleata di Hezbollah.

La comunità sunnita sembra aver perso terreno a causa dell'assenza di una figura carismatica come l'ex premier Saad Hariri, ritiratosi dalla vita politica nei mesi scorsi dopo esser stato per anni un protetto di Riad in Libano e poi un alleato degli stessi Hezbollah. La comunità ha quindi espresso un voto frammentato nelle diverse località, mentre nelle roccaforti beirutine di Hariri il boicottaggio è apparso massiccio: nel quartiere di Tariq Jdide sono state montate delle piscine dove ragazzi hanno fatto il bagno in segno di disinteresse nei confronti delle urne.

Bassa percentuale di votanti

In attesa dei dati definitivi dell'affluenza, le prime informazioni danno una percentuale di votanti inferiore al 50%. Alle precedenti consultazioni del 2018 l'affluenza non aveva superato il 49%.

Un dato in parte atteso, ma che è risultato evidente nella circoscrizione di Beirut est, a maggioranza cristiana, dove sin dal mattino le strade apparivano deserte e il traffico inesistente.

Scenario completamente diverso nelle enclave sciite di Beirut ovest, dove una folla di elettori, condotti passo passo da delegati elettorali di Hezbollah e del partito sciita alleato Amal, si è recata alle urne al chiasso di inni militareschi e del passaggio continuo di scooter, guidati da giovanissimi sostenitori del Partito di Dio in barba al divieto, deciso solo per oggi, di circolazione delle due ruote.

Disordini nel Paese

Nelle zone periferiche del paese, nell'Akkar, nel Monte Libano e soprattutto nella valle orientale della Bekaa si sono registrati diversi episodi di violenza tra schieramenti rivali. Fonti mediche parlano in tutto di alcune decine di feriti lievi.

Zuffe tra sostenitori delle Forze libanesi e degli Hezbollah si sono verificate nel distretto di Jezzine e nella Bekaa. Alcuni video, trasmessi sui social network, mostrano anche un prete nella zona di Zahle lanciare pietre in direzione di sostenitori di una formazione politica rivale.

La tensione rimane alta nel paese afflitto dalla peggiore crisi sociale, economica e politica della sua storia, culminata nell'esplosione del porto di Beirut dell'agosto del 2020. Una delegazione di familiari delle 250 vittime di quell'esplosione si sono oggi riuniti in silenzio di fronte a uno dei seggi a Beirut per ricordare la necessità di fare giustizia.

SDA