Francia Macron recupera ma le sinistre restano davanti, Le Pen vola

SDA

21.6.2024 - 21:45

Accusata dagli avversari politici di voler mandare la Francia in malora con un programma di spesa fuori controllo, la coalizione di sinistra in lizza per le elezioni politiche anticipate del 30 giugno e 7 luglio assicura che riuscirà a finanziare le sue promesse anche grazie al ripristino della tassa sui ricchi, soppressa nel 2018 da Emmanuel Macron. 

Il presidente francese Emmanuel Macron parla durante l'annuale festival «Fête de la musique» nel cortile del palazzo presidenziale dell'Eliseo a Parigi, Francia, 21 giugno 2024.
Il presidente francese Emmanuel Macron parla durante l'annuale festival «Fête de la musique» nel cortile del palazzo presidenziale dell'Eliseo a Parigi, Francia, 21 giugno 2024.
KEYSTONE

Nella Francia in ebollizione a nove giorni dal voto, malgrado un clima ancora autunnale nel primo giorno d'estate, il Nouveau Front Populaire (NFP) ha illustrato il suo programma di rilancio da 25 miliardi di spesa ulteriori già dal 2024 e respinto le accuse del premier macroniano Gabriel Attal, che denuncia «bastonate fiscali» in caso di vittoria degli «estremisti», siano essi di sinistra o di destra.

Secondo un nuovo sondaggio Ifop-Fiducial per Le Figaro, Lci e Sud Radio, pubblicato venerdì, il Rassemblement National di Jordan Bardella e Marine Le Pen continua ad avere il vento in poppa e cresce ancora al 35% delle preferenze (un punto in più rispetto al giorno prima).

Seguono la coalizione di sinistra, stabile al 29%, mentre la maggioranza macroniana (Ensemble), in recupero rispetto ai giorni scorsi al 21,5%, perde tuttavia mezzo punto percentuale.

Le Pen: «Non chiedo a Emmanuel Macron di dimettersi»

In questo quadro, Le Pen – che ha denunciato l'aggressione di un suo candidato da parte di «milizie di estrema sinistra» nella Loira (le forze dell'ordine hanno aperto un'inchiesta) – ritiene che, in caso di maggioranza lepenista in parlamento, a Macron resterebbe solo l'opzione delle dimissioni «per uscire potenzialmente da una crisi politica».

«Non chiedo a Emmanuel Macron di dimettersi. Rispetto le istituzioni. Osservo soltanto che quando c'è una crisi politica ci sono tre possibilità: il rimpasto, la dissoluzione (del parlamento) o le dimissioni del presidente», ha dichiarato Le Pen, nel corso di un intervento a Courrieres, nel Pas-de-Calais.

«Il rimpasto, in questa circostanza, non mi sembrerebbe molto utile. La dissoluzione è stata appena fatta. Al presidente non resterebbero che le dimissioni per uscire potenzialmente da una crisi politica», ha spiegato.

Le sinistre tornano con la tassa sui ricchi

Intanto in conferenza stampa, i responsabili del Nouveau Front Populaire – coalizione composta da Partito socialista (PS), France Insoumise (LFI), Partito comunista (PCF) e Verdi (EELV) – si dicono convinti di avere un programma economicamente «virtuoso».

Con un aumento della spesa a 150 miliardi a fine 2027 ed equivalenti introiti per le casse dello Stato. Come? Anzitutto con il ripristino già da quest'anno di una tassa sui ricchi che potrebbe portare entrate fino 15 miliardi di euro in più.

«Ripristineremo immediatamente un ISF ('Impôt de solidarité sur la fortune', imposta di solidarietà sul patrimonio), con una componente climatica, da 15 miliardi di euro», ha annunciato il senatore socialista dell'Oise, Alexandre Ouizille.

A questi 15 miliardi, dovrebbero aggiungersi altri 15 miliardi provenienti da un'altra nuova tassa sui superprofitti. 30 miliardi in totale destinati a finanziare, tra l'altro, sussidi alla Casa, l'abrogazione della contestata riforma delle pensioni di Macron, e aumenti per i funzionari pubblici.

Altra promessa della sinistra: l'aumento del salario minimo (del 14%, a 1600 euro netti) nonché il ritorno della pensione a 60 anni.

Per Le Maire progetti «totalmente insensati e irresponsabili»

Scrutate con timore dagli ambienti economici e finanziari, a cominciare dal Medef, la federazione francese delle imprese, i programmi economici di NFP e Rassemblement National (RN) sono tra i principali bersagli della maggioranza macroniana in cerca di rilancio in vista del voto.

Il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire – che venerdì si è nuovamente impegnato a riportare il rapporto deficit/Pil sotto alla soglia del 3% nel 2027 (contro 5,5% nel 2023) – vede nel crollo dei titoli in Borsa e nell'aumento dello spread «le conseguenze dirette» di progetti «totalmente insensati e irresponsabili».

«Una stangata (fiscale) per le classi medie», ha accusato il premier Attal, mentre a sinistra assicurano che le annunciate riforme colpiranno solo i redditi superiori ai 4000 euro.

500 artisti invitano a votare contro il partito di Le Pen

NFP deve anche difendersi dalle accuse di «antisemitismo» in casa LFI sferrate ancora una volta dal capo del governo oggi in campagna elettorale a Marsiglia: «La sinistra – ha attaccato Attal – sta passando dal 'J'accuse' (di Zola nel caso Dreyfus, ndr) al banco degli accusati».

«Neanche un candidato del Nouveau Front Populaire è stato mai condannato per antisemitismo», ha ribattutto la capofila dei deputati Insoumis, Mathilde Panot, ricordando piuttosto la «libreria negazionista» avuta in passato dal deputato lepenista, Frédéric Boccaletti, o le controverse parole di Eric Zemmour (Reconquete) su Pétain che avrebbe «salvato» gli ebrei.

Intanto, in un appello pubblicato questo 21 giugno Festa della Musica sul giornale Les Inrocks, 500 artisti, tra cui Clara Luciani, Eddy de Pretto e Gaël Faye, chiedono di bloccare il rullo compressore dell'estrema destra strafavorita nei sondaggi.