MigrazioneIl ministro Božinović: «I flussi quasi al pari della crisi del 2015-2016»
SDA
1.3.2023 - 21:17
I numeri dei migranti illegali che entrano nel territorio dell'Unione europea quest'anno si stanno avvicinando al livello della grande crisi del 2015-2016. Lo ha affermato oggi, mercoledì, il ministro dell'interno croato Davor Božinović.
01.03.2023, 21:17
01.03.2023, 21:27
SDA
I flussi migratori, specie dopo i devastanti terremoti in Turchia e in Siria, non solo non sono in calo ma mostrano una tendenza di forte ascesa, ha spiegato Božinović dopo un incontro con il collega bulgaro Ivan Demerdžijev.
Al centro del colloquio dei due ministri vi è stato proprio l'intensificarsi della crisi migratoria sulla rotta balcanica. Božinović ha detto che i migranti, come anche in passato, provengono principalmente dal Medio Oriente e dal Nordafrica, ma a causa della liberalizzazione del regime dei visti in alcuni paesi dei Balcani, principalmente in Serbia e in Bosnia ed Erzegovina, iniziano ad arrivare anche cittadini di paesi come il Burundi e Cuba.
«Solo l'anno scorso gli Stati membri dell'Ue hanno ricevuto quasi un milione di richieste di asilo», ha aggiunto.
La guerra in Ucraina una delle cause
Per il ministro croato, tra le cause dell'incremento delle migrazioni vi sono le conseguenze dell'aggressione russa contro l'Ucraina, che ha influito negativamente sull'economia mondiale, mettendo a rischio l'approvvigionamento di generi alimentari proprio per quelle regioni che già da prima avevano problemi economici, e inducendo in questo modo milioni di persone al di sotto della soglia di povertà a mettersi in viaggio verso i paesi più ricchi.
Inoltre, da alcune settimane i flussi migratori sono ulteriormente aumentati dopo i terremoti in Turchia e Siria, che hanno colpito zone dove risiede un gran numero di profughi provenienti dalla Siria e da altri paesi.
«L'Europa non può chiudersi, ma i paesi dell'Ue devono affrontare assieme la lotta contro l'immigrazione clandestina e contro coloro che traggono profitto da essa «, ha affermato Božinović, sottolineando che né la Bulgaria né la Croazia possono risolvere da sole questo problema che, ha concluso «dominerà nel dibattito pubblico questo, ma anche il prossimo anno, che sarà un anno elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo».