Nuova strage in mare Gommone si rovescia, 30 migranti ancora dispersi

SDA

12.3.2023 - 21:43

Il naufragio è avvenuto a circa 100 miglia dalle coste libiche. (immagine simbolica)
Il naufragio è avvenuto a circa 100 miglia dalle coste libiche. (immagine simbolica)
Keystone/AP/SANTI PALACIOS

Una nuova strage in mare dopo quella di Cutro. Un nuovo naufragio di migranti, il cui bilancio è di 30 persone disperse e 17 tratte in salvo. Drammatica sorte delle 47 persone segnalate su un gommone alla deriva nelle acque Sar (Ricerca e soccorso) libiche.

Keystone-SDA

I migranti avevano contattato Alarm Phone, che a sua volta ha segnalato la presenza al Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma, a quello maltese e a quello libico. L'imbarcazione è stata localizzata in area Sar libica a circa 100 miglia dalle coste del paese nordafricano.

Il gommone, successivamente, è stato avvistato dal mezzo aereo Seabird che ha effettuato una chiamata di soccorso contattando il mercantile Basilis L che si è diretto verso il barchino.

Secondo quanto riferisce la Guardia Costiera italiana, tutte le informazioni sono state fornite anche alle autorità libiche e maltesi. La Basilis L a causa delle condizioni meteo non è riuscita a soccorrere i migranti.

Dal canto loro le autorità libiche, per mancanza di disponibilità di assetti navali, hanno chiesto il supporto del Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma che ha inviato un messaggio satellitare di emergenza a tutte le navi in transito.

Barchino capovolto durante le operazioni di trasbordo

Sul posto si sono, quindi, trovati quattro mercantili. Durante le operazioni di trasbordo sulla motonave Froland, il barchino si è capovolto: 17 persone, di cui due ferite che verranno portate a Malta, sono riuscite a salire a bordo, mentre circa 30 sono cadute in acqua.

I quindici sopravvissuti, dopo lo scalo a Malta dei due feriti, raggiungeranno l'Italia a bordo della motonave mentre le operazioni di ricerca dei dispersi continuano con l'ausilio dei mercantili presenti in zona e col sorvolo di due aerei Frontex.

«L'intervento di soccorso è avvenuto – spiega la Guardia costiera italiana in una nota – al di fuori dell'area di responsabilità Sar italiana registrando l'inattività degli altri Centri nazionali di coordinamento e soccorso marittimo interessati per area».

Un epilogo tragico di una vicenda che si è consumata in 24 ore. Le persone a bordo, a detta delle organizzazioni non governative, sono apparse subito in difficoltà, prese dal panico: «al telefono urlano e abbiamo difficoltà a comunicare con loro».

Per i migranti poi, secondo quanto riferisce Alarm Phone, la notte era trascorsa tra angoscia e paura anche alla luce del fatto che la piccola imbarcazione, per molte ore, non è riuscita a mettersi in contatto con l'ong. Solo alle prime luci dell'alba i migranti sono riusciti a ristabilire le comunicazioni.

Alarm Phone attacca senza mezzi termini l'Italia

Alarm Phone su quanto avvenuto attacca senza mezzi termini l'Italia. «Le autorità – sostiene l'organizzazione umanitaria – hanno ritardato consapevolmente i soccorsi e li hanno lasciati morire».

La notizia del nuovo naufragio nel Mediterraneo, come prevedibile, è entrata prepotentemente nel dibattito politico anche perché arriva a pochi giorni dalla vicenda di Steccato di Cutro, nel crotonese (Calabria), il cui bilancio è ormai salito a 79 vittime, e dovrebbe mancare all'appello almeno un'altra ventina di persone.

Il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani afferma che «non bisogna mai strumentalizzare quello che accade. Sono convinto, conoscendo la Guardia costiera, la Marina militare italiana e la Guardia di finanza, che questi uomini di mare non lascino mai nessuno senza soccorso''.

Le opposizioni vanno all'attacco. Per la segretaria del Partito democratico Elly Schlein è «una vergogna per l'Italia e per l'Europa, non possiamo più vedere il Mediterraneo ridotto a un grande cimitero a cielo aperto» mentre gli esponenti di Alleanza Verdi Sinistra affermano che il gommone era «stato segnalato ieri sera e al quale il governo italiano ha chiesto di tornare indietro e alla guardia costiera libica di intervenire, risultato: altre vite annegate in mare. Il ministro (dell'interno Matteo) Piantedosi, che coordina queste operazioni, è un'onta per l'Italia e ne chiediamo dimissioni».