Medio Oriente Israele espande le operazioni di terra e Netanyahu lancia un appello al popolo libanese

SDA

8.10.2024 - 22:32

Israele espande l'offensiva di terra e continua con i raid in Libano.
Israele espande l'offensiva di terra e continua con i raid in Libano.
Keystone

Le operazioni militari israeliane continuano a intensificarsi in Libano, con Netanyahu che ha lanciato un appello diretto al popolo libanese, suggerendo una scelta decisiva per evitare un conflitto prolungato.

La bandiera israeliana sventola a Maroun el Ras, villaggio del sud del Libano dove i miliziani di Hezbollah si erano impadroniti di una vasta area stabilendo un comando centrale, anche sotterraneo, tra gli uliveti. Cioè nella stessa zona della base delle forze di pace Onu, a Maroun el Ras, appunto.

I successi sul terreno, iniziati a settembre con i cercapersone esplosi nelle tasche di migliaia di miliziani di Hezbollah, hanno ridato vigore alla posizione politica del premier Benyamin Netanyahu, che in serata si è rivolto direttamente al popolo libanese: «Avete l'opportunità di salvare il Paese prima che cada nell'abisso di una lunga guerra che porterà alla distruzione e alla sofferenza, come si vede a Gaza», ha detto.

«Abbiamo degradato le capacità di Hezbollah, eliminato migliaia di terroristi, tra cui lo stesso Hassan Nasrallah, il suo sostituto e il sostituto del suo sostituto», ha continuato, dichiarando ufficialmente l'uccisione di Hashem Safieddine nell'attacco a Beirut sud la settimana scorsa (poi però il portavoce dell'Idf l'ha smentito).

«Ora voi, popolo libanese, vi trovate di fronte a un bivio importante. La scelta è vostra. Potete riprendervi il vostro Paese. Cristiani, drusi, musulmani, sunniti e sciiti, tutti voi state soffrendo a causa della futile guerra di Hezbollah contro Israele», ha detto con fermezza il premier.

Mentre un nuovo incidente politico si apriva all'orizzonte: Bibi ha bloccato la partenza che era prevista in serata per Washington del ministro della Difesa Yoav Gallant, invitato del segretario alla Difesa americano Lloyd Austin, che non ha potuto fare altro che annunciare il rinvio della visita.

Il premier, ha riferito la tv israeliana «Channel 12», ha affermato che la missione non verrà approvata finché lui stesso non parlerà con Joe Biden, telefonata che attende da dieci giorni. Netanyahu inoltre ha detto a Gallant che non darà luce verde al viaggio prima che il gabinetto di sicurezza approvi la risposta all'attacco iraniano. Ossia, proprio il piano che il ministro avrebbe dovuto discutere a Washington.

Truppe israeliane vicine alla base Unifil

Tutto questo mentre circolano fotografie satellitari - rilanciate da «Al Jazeera» - che mostrano una significativa presenza di truppe e mezzi di Tsahal vicino alla base della Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite (Unifil). Sulla questione il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha avuto un lungo colloquio telefonico con il suo omologo Israel Katz a cui ha «ribadito la richiesta italiana di assicurare massima tutela al contingente Unifil».

Le rassicurazioni israeliane sono arrivate immediate, ma la situazione resta pericolosa oltre che diplomaticamente spinosa. I militari - tra cui ci sono 1'200 italiani in diverse basi - hanno attivato tutti i dispositivi di protezione previsti dal protocollo, limitando anche le operazioni al minimo. Tajani ha espresso preoccupazione affermando che «chiaramente l'obiettivo rimane quello del cessate il fuoco sia in Libano che a Gaza».

I soldati dell'Unifil avevano lanciato l'allarme nei giorni scorsi dopo che l'esercito israeliano si è schierato vicino a una postazione della missione a sud-est di Maroun al-Ras. Israele ha avvisato che la zona è diventata area di guerra. Ne è nata una polemica, con avvertimenti reciproci. Ma di fatto la missione è rimasta al suo posto e l'Idf è andato avanti con l'operazione per sradicare Hezbollah a sud del fiume Litani.

La manovra in Libano si espande

La manovra di terra nel Libano meridionale intanto si sta espandendo. Dopo l'avviso di lunedì sera alla popolazione libanese di evacuare ulteriori villaggi e la chiusura di diverse aree nel nord di Israele, diventate zone militari, in mattinata l'esercito ha cominciato a spostarsi verso l'ovest del Libano meridionale.

Contemporaneamente i caccia carichi di missili hanno continuato a colpire la zona sud di Beirut dove, secondo informazioni ottenute dall'intelligence ebraica, Hezbollah avrebbe spostato le armi ricevute dall'Iran. I miliziani sciiti amici di Teheran dal canto loro hanno martellato per tutta la giornata il nord di Israele: 135 razzi sono stati sparati sulla zona della baia di Haifa. Una parte degli ordigni è stata intercettata dai sistemi di difesa, ma altri hanno colpito direttamente edifici a Kiryat Yam e a Kiryat Motzkin.

I raid dell'Idf sono proseguiti anche a Gaza, specie dopo il lancio di versi razzi da Khan Younis, nel sud della Striscia, per «celebrare» l'attacco dello scorso anno. Abu Obeida, portavoce dell'ala militare di Hamas, ha affermato che il gruppo fondamentalista «ha intenzione di continuare a condurre una guerra di logoramento contro Israele». Il leader Yahya Sinwar, ha riferito ancora «Channel 12», nel frattempo avrebbe chiesto rassicurazioni sulla sua vita, mentre i negoziati per gli ostaggi languono senza una direzione.

Esplosione in Syria

In serata infine un'esplosione ha scosso Damasco. I media statali siriani hanno riferito di un raid, attribuito a Israele, contro «un edificio residenziale». L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha precisato che l'edificio era «frequentato dalle guardie rivoluzionarie iraniane e da membri degli Hezbollah libanesi». Il bilancio sarebbe di 7 morti e 11 feriti.