Julian Niccolini, l'italiano che per decenni è stato il volto pubblico del ristorante Four Seasons a Manhattan, è stato allontanato dopo anni in cui era sopravvissuto ad accuse di molestie sessuali.
È stato il suo socio, lo svizzero Alex von Bidder, a mettere alla porta il patron con cui da metà anni Novanta aveva co-gestito il locale.
Sfrattato nel luglio 2016 dalla sua sede originaria nel Seagram Building, il Four Seasons aveva aveva riaperto quattro mesi fa in uno spazio più piccolo dall'altro lato di Park Avenue, con due chef giovanissimi e un ex pasticciere della Casa Bianca.
Il New York Post ha annunciato la notizia delle dimissioni i cui termini non sono ancora chiari: gli avvocati delle parti potrebbero essere al lavoro su un accordo finanziario.
Nato in Toscana, a New York dal 1973 e cittadino americano dal 2002, Niccolini è l'ultimo in una serie di 'player' del mondo della ristorazione travolti da accuse di molestie sessuali. Da quando lo scandalo degli abusi partito con le denunce contro Harvey Weinstein è esploso nell'ottobre 2017, sono stati costretti alle dimissioni celebri chef come Mario Batali, John Besh a New Orleans e Charlie Hallowell a Oakland, in California.
Il Four Seasons è stato per anni il locale più amato dai vip di New York. Nel 1959, quando fu inaugurato, inventò il power lunch. Per i suoi locali sono passati tutti i presidenti americani tranne Richard Nixon, Jackie Onassis aveva un tavolo fisso così come la matriarca della New York bene Brooke Astor che, ormai centenaria, dimenticava di aver prenotato, ma per lei un posto c'era sempre un tavolo, vicino a Donald Trump, Henry Kissinger, Martha Stewart e Warren Buffett.
Tornare alla home page