Presidenziali Montenegro verso il ballottaggio tra Djukanovic e Milatovic

SDA

19.3.2023 - 22:07

La sorpresa di queste elezioni sembra essere Jakov Milatovic, candidato del Movimento Europa, che dovrebbe affrontare il presidente uscente Milo Djukanovic.
La sorpresa di queste elezioni sembra essere Jakov Milatovic, candidato del Movimento Europa, che dovrebbe affrontare il presidente uscente Milo Djukanovic.
Keystone

In Montenegro alle 20:00 si sono chiusi i seggi dove oggi si è votato per le elezioni presidenziali. In base ai primi dati preliminari si va con molta probabilità al ballottaggio il 2 aprile.

Come previsto ci andrà il presidente uscente Milo Djukanovic, leader del Partito democratico dei socialisti (Dps). Ma la sorpresa sembra essere lo sfidante, che sarebbe Jakov Milatovic, candidato del Movimento Europa ora, e non Andrija Mandic del Fronte Democratico – formazione filoserba e filorussa schierata all'opposizione dell'attuale governo guidato dal premier Dritan Abazovic –, ritenuto alla vigilia lo sfidante principale di Djukanovic.

Secondo dati diffusi dal Centro di ricerche CeMI sulla base dell'elaborazione del 69% delle schede, a Djukanovic sarebbe andato il 35,3%, a Milatovic il 28,8%, a Mandic il 19,4%.

Complessivamente i candidati in lizza alle quarte elezioni presidenziali dalla proclamazione di indipendenza nel 2006 erano sette. Gli elettori sono poco più di 540 mila, su una popolazione di appena 620 mila abitanti.

Djukanovic alla guida del Paese da oltre trent'anni

Decano della politica montenegrina, Djukanovic è alla guida del Paese ex jugoslavo da oltre trent'anni, alternandosi nella carica di presidente e in quella di premier.

Il voto odierno si tiene in una situazione di profonda e persistente instabilità politica e istituzionale, che dura dalle ultime elezioni parlamentari dell'agosto del 2020, quando il Dps fu sconfitto per la prima volta in quasi trent'anni di potere ininterrotto. Da allora si sono succeduti governi deboli e instabili, incapaci di formare una maggioranza solida in grado di proseguire il corso di riforme.