Italia Mussolini 85 anni fa proclamò a Trieste le leggi razziali

SDA

18.9.2023 - 20:02

«La storia ci insegna che gli imperi si conquistano con le armi ma si tengono col prestigio e per il prestigio occorre una chiara, severa coscienza razziale che stabilisca non soltanto delle differenze ma delle superiorità nettissime».

Mussolini ha appena finito di promulgare le leggi razziali dal balcone del Palazzo del Governo a Trieste e saluta la folla festante.
Mussolini ha appena finito di promulgare le leggi razziali dal balcone del Palazzo del Governo a Trieste e saluta la folla festante.
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Keystone-SDA

La superiorità era quella italiana nei confronti degli ebrei. Era il 18 settembre 1938, Benito Mussolini dal Palazzo del Governo annunciò così le Leggi razziali. Non alla piazza Unità d'Italia gremita ma all'Italia intera.

Mussolini avrebbe mantenuto la parola avviando la politica di separazione e di emarginazione degli ebrei. La scelta di fare l'annuncio a Trieste non fu casuale: qui i fascisti avevano sperimentato una prima ondata di italianizzazione nei confronti delle comunità di lingua slava.

Divieto di parlare la loro lingua, forzata italianizzazione perfino dei cognomi, progressiva messa al bando.

Prima era nato lo squadrismo organizzato

Il 13 luglio 1920, in tempi non sospetti, fu incendiato dai fascisti il Narodni Dom (Casa del popolo), sede delle organizzazioni degli sloveni triestini.

Per lo storico Renzo De Felice nacque così lo squadrismo organizzato. I morti e i feriti crearono terrore scoraggiando eventuali reazioni. C'era anche un bambino di nome Boris Pahor a osservare le fiamme che divoravano l'edificio e l'Hotel Balkan.

Mussolini creò così il nemico

Collaudato il sistema, che era stato anticipato il 15 luglio dal «Manifesto della razza», che tentava di dare una infondata sponda scientifica al razzismo, Mussolini lanciò l'aggressione alla comunità ebraica, più potente di quella slava a Trieste, che ne ospitava una tra le più numerose in Italia.

E creò il nemico: «L'ebraismo mondiale è stato durante 16 anni, malgrado la nostra politica, un nemico irriconciliabile», dunque, in ossequio alla politica nazista, andava allontanato dal consesso civile se non schiacciato.

«Alla fine il mondo dovrà forse stupirsi più della nostra generosità che del nostro rigore», concluse dal balcone. La Storia lo avrebbe tragicamente smentito.

Scarpe nuove in piazza

Oggi alcune organizzazioni terranno manifestazioni di commemorazione e non solo.

Momenti di riflessione, canzoni del coro sociale, testimonianze ha previsto il Comitato Pace Convivenza e Solidarietà Danilo Dolci. Perché non sia solo commemorazione, ha invitato i cittadini a portare scarpe nuove in piazza, aiutando i richiedenti asilo provenienti dalla rotta balcanica.

Le scarpe sono considerate un simbolo di tutti i tempi: i rifugiati le lasciano dietro di loro nel tentativo di sfuggire agli orrori; gli ebrei le lasciavano prima di entrare nelle camere a gas nei lager nazisti.

Sul Carso triestino, invece, nel campo di Trebiciano si disputa una partita di calcio per «Dare un calcio al Razzismo».