Guerra in Ucraina Kiev: «Non sanzionate Abramovich», è utile per mediare

SDA

23.3.2022 - 21:41

L'oligarca russo Roman Abramovich (foto d'archivio)
L'oligarca russo Roman Abramovich (foto d'archivio)
KEYSTONE/JEAN-CHRISTOPHE BOTT

C'è un fantasma che gira tra Israele, la Turchia e la Russia ed è una presenza ingombrante, certamente influente nell'entourage di Vladimir Putin. Si tratta di Roman Abramovich, l'oligarca più famoso del mondo. Da settimane si parla di lui come di un possibile «facilitatore» dei negoziati di pace tra Mosca e Kiev.

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Al punto che oggi autorevoli media internazionali hanno scritto che sia stato proprio Volodymyr Zelensky a chiedere agli Stati Uniti di non imporre sanzioni contro il suo patrimonio. Il presidente ucraino – secondo il Wall Street Journal – avrebbe suggerito infatti a Joe Biden di attendere per le sanzioni in quanto l'oligarca potrebbe giocare un ruolo nei negoziati di pace con la Russia grazie alla sua influenza sul Cremlino.

Non è un aspetto marginale, soprattutto in un momento in cui la mediazione langue e anzi, ha sottolineato oggi Mykhailo Podolyak, capo negoziatore della parte ucraina, i colloqui sono entrati in una fase particolarmente «difficile» perché solo «la parte ucraina ha posizioni chiare e di principio».

All'inizio di marzo i funzionari del Dipartimento del Tesoro americano avevano messo a punto una bozza di sanzioni per punire Abramovich in seguito all'attacco della Russia all'Ucraina. Al momento di annunciarle, però, il Consiglio per la Sicurezza Nazionale ha detto al Tesoro di attendere. Dietro la richiesta c'era il consiglio di Zelensky a Biden di congelare le misure.

Scomparso dai radar

In effetti il miliardario ebreo è stato l'unico tra i grandi oligarchi ad aver pubblicamente detto di voler tentare di premere su Mosca per trovare una soluzione pacifica al conflitto.

Già lo scorso 28 febbraio Roman Abramovich, su richiesta dell'Ucraina, è stato avvistato in Bielorussia per assistere al primo round di negoziati, sebbene non sia mai comparso nelle foto che ritraevano le delegazioni.

Adesso però Abramovich sembra scomparso dai radar e i suoi diversi interessi e passaporti gli permettono una certa libertà di movimento. L'ultimo avvistamento certo del magnate è stato all'aeroporto di Tel Aviv (Abramovich ha un passaporto israeliano) dove avrebbe preso un volo, ovviamente privato, per Mosca.

Ben di più si sa dei suoi interessi e dei suoi yacht. Dopo il congelamento dei beni da parte del governo inglese, l'oligarca ha deciso di portare via dall'Europa le sue lussuosissime imbarcazioni, veri e propri gioielli di ingegneria nautica. La più nota è l'Eclipse, che è stata avvistata nel porto turco di Marmaris. L'altro suo yacht, il My Solaris, invece, si trova a Bodrum, altra località turca non così lontana dalla precedente.

La scelta della Turchia come porto sicuro si spiega con la non adesione del Paese di Erdogan alla linea sanzionatoria europea promossa contro Putin, anche perché impegnato in prima fila nelle mediazione.

La linea morbida di Erdogan permette inoltre capacità di movimento ad Abramovich: secondo il portale turco 'Fanatic', il clan dell'imprenditore russo avrebbe iniziato le trattative per l'acquisizione del club turco del Göztepe, dopo aver perso per il momento il Chelsea.