Sanzioni alla Russia Oligarchi corrono a ripari, via i localizzatori dai mega yacht

SDA

29.5.2022 - 11:53

Lo yacht My Solaris dell'oligarca russo Roman Abramovic ancorato nella provincia sudoccidentale turca di Mugla, sul Mar Egeo, in un'immagine dello scorso 21 marzo.
Lo yacht My Solaris dell'oligarca russo Roman Abramovic ancorato nella provincia sudoccidentale turca di Mugla, sul Mar Egeo, in un'immagine dello scorso 21 marzo.
Keystone

Gli oligarchi russi corrono ai ripari per salvare almeno i loro mega yacht dalle sanzioni occidentali.

29.5.2022 - 11:53

L'idea è semplice e finora sembra che abbia funzionato: per rendere «invisibili» queste regge galleggianti i miliardari stanno disattivando il sistema di identificazione automatica (AIS) di bordo, che permette di conoscere l'esatta posizione di qualsiasi imbarcazione che lo usa in qualsiasi momento.

Secondo un'inchiesta del domenicale britannico Observer, almeno sei super yacht legati a oligarchi colpiti dalle sanzioni di Londra sono diventati «invisibili» ai sistemi di localizzazione oceanica. Il giornale riporta che almeno tredici di queste imbarcazioni, per un valore totale di quasi 2 miliardi di sterline (circa 2,4 miliardi di franchi) sono già stati sequestrati (o congelati) nei porti di tutto il mondo.

Gli esperti segnalano un aumento degli yacht legati alla Russia che stanno disattivando l'AIS. Il sistema può essere disinserito per motivi legittimi, ma gli osservatori ritengono che in questo caso l'intenzione sia proprio quella di sfuggire alle sanzioni.

Secondo l'analisi dell'Observer dei dati AIS raccolti dalla società di market intelligence marittima e aeronautica VesselsValue, i super yacht che sono ormai «invisibili» da più di un mese includono il Clio da 72 metri legato all'industriale Oleg Deripaska, il Galactica Super Nova da 70 metri legato all'oligarca Vagit Alekperov e l'Ocean Victory da 140 metri legato all'oligarca Viktor Rashnikov.

Circa 9300 super yacht, per un valore di circa 60 miliardi di franchi, solcano i mari del mondo, e si stima che circa il 10% di questa flotta sia di proprietà di russi.

SDA