L'Iran metterà in atto una vendetta contro gli americani per l'uccisione del generale Qassem Soleimani al punto che «metterà fine alla presenza degli Usa nella regione». Lo ha detto il comandante delle Guardie della rivoluzione, Hossein Salami, citato dalla Fars.
«Se le forze americane vogliono rimanere in vita, dovrebbero evacuare le loro basi militari nella regione e andarsene», ha avvertito il vice capo delle Guardie della rivoluzione, il generale Mohammadreza Naghdi, citato da Farsnews.
«La rappresaglia da parte dell'Iran e dei comandanti della resistenza di fronte all'assassinio da parte degli Stati Uniti del capo delle forze di Qod Ghassem Soleimani è certa, incontrollabile e dolorosa – ha aggiunto – e gli americani farebbero meglio a smettere di inviare messaggi per invitare l'Iran a non vendicarsi».
Da parte sua il generale Gholamali Abuhamzeh, comandante delle Guardie della rivoluzione nella provincia sud-orientale di Kerman, citato dall'agenzia Tasnim, ha affermato che 35 obiettivi americani, oltre a Tel Aviv, «sono a portata di tiro della Repubblica islamica» e potrebbero essere colpiti come rappresaglia.
Abuhamzeh ha accennato in particolare alla possibilità di attacchi nello Stretto di Hormuz, attraverso il quale passa circa il 20% dei traffici petroliferi mondiali via mare: «lo Stretto di Hormuz – ha affermato – è una rotta vitale per l'Occidente, e un gran numero di navi da guerra americane attraversano lo Stretto di Hormuz, il Golfo di Oman e il Golfo Persico».
Nel frattempo il capo del Centro per gli studi strategici dell'esercito, generale Ahmad Reza Purdastan, ha detto che gli Usa «hanno chiesto a 16 paesi di mediare per indurre l'Iran a non compiere una rappresaglia».
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