Guerra fredda Piccioni e altri animali per spiare l'URSS, la CIA declassifica i file

ATS

14.9.2019 - 17:42

Langley addestrava animali per usarli nella Guerra Fredda.
Langley addestrava animali per usarli nella Guerra Fredda.
Source: KEYSTONE/AP/CAROLYN KASTER

Cani, gatti, delfini, uccelli: sono gli animali che la Cia tentò di addestrare durante la guerra fredda per spiare l'Urss.

Lo rivela la Bbc in un reportage da Langley, Virginia, sede della Cia, dopo che sono stati declassificati alcuni file, anche se rimane top secret quante missioni furono portate a termine con successo.

I più efficaci si rivelarono i piccioni viaggiatori

I più efficaci si rivelarono i piccioni viaggiatori, capaci di volare su obiettivi sensibili, fotografarli e tornare alla base a distanza di centinaia di chilometri da qualunque posto fossero stati liberati per le loro missioni. Nome in codice dell'operazione, Tacana, risalente agli anni Settanta.

L'uso dei piccioni per comunicare dati risale a migliaia di anni fa ma è solo nella Prima guerra mondiale che furono usati per raccogliere informazioni di intelligence. Nel Secondo conflitto i servizi segreti britannici li impiegarono per spiare i nazisti, lanciandoli sull'Europa occupata con un questionario: 1000 piccioni tornarono con messaggi importanti, compresi dettagli sui siti di lancio dei razzi V1 e sulle stazioni radar tedesche.

Spesi 600'000 dollari in tre programmi

Ma nel dopoguerra fu la Cia ad investire negli animali per missioni segrete, spendendo fino al 1967 ben 600 mila dollari in tre programmi: uno per i delfini, uno per cani e gatti e uno per vari tipi di uccelli.

L'agenzia provò con i rapaci: falchi, avvoltoi e specialmente corvi, addestrandoli a portare e recuperare piccoli oggetti sino a 40 grammi dai davanzali di finestre di edifici inaccessibili: una luce laser rossa intermittente veniva usata per indicare l'obiettivo e una lampada speciale per far tornare il volatile.

Un corvo, Do Da, la star del progetto

La star del progetto, il candidato più promettente per una missione in Urss, diventò Do Da, un corvo di cui però si persero le tracce in un addestramento. La Cia provò anche con un cacatua, un pappagallo tuttavia troppo lento per evitare gli attacchi dei gabbiani. Gli 007 Usa valutarono inoltre se gli uccelli migratori potessero essere usati per scoprire impianti o test chimici nell'Urss.

Ma gli uccelli più brillanti si rivelarono appunto i piccioni, capaci di scattare immagini con una macchina fotografica del peso di 35 grammi.

I test, eseguiti nella capitale Usa, dimostrarono che circa metà di un rullino di 140 scatti era di buona qualità, più alta di quella dei satelliti spia dell'epoca.

Trasportare segretamente i piccioni a Mosca

Si preparò una missione con l'ipotesi di trasportare segretamente i piccioni a Mosca, liberandoli da un cappotto pesante, dal buco sul fondo di un'auto parcheggiata o dal finestrino di una vettura in corsa. Da un memo del 1976 sembra che fosse stato scelto un target: i cantieri navali dell'allora Leningrado che costruivano i sottomarini sovietici più avanzati.

Non pare invece aver avuto molto successo l'uso dei gatti con apparecchi di intercettazione interni o di cani guidati a distanza con stimolazioni elettriche del cervello.

I delfini invece dettero ottimi risultati e furono addestrati per penetrare nei porti nemici, individuando con sensori i suoni dei sommergibili dell'Armata Rossa o tracce di armi radioattive e biologiche vicino alle basi navali. Il problema maggiore era trasmettere il controllo dall'addestratore all'agente sul campo.

L'epoca degli animali-spia non sembra finita

L'epoca degli animali-spia comunque non sembra finita: Stati Uniti e Russia continuano ad usarli, ad esempio foche e delfini per difendere alcune basi navali.

Recentemente i norvegesi hanno scoperto al largo delle loro coste una balena con cablaggi e sospettano sia stata 'a lezione' dai russi.

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