ProtestePillole e viaggi, antiabortisti USA pronti a nuove lotte
SDA
26.6.2022 - 20:42
Pillole abortive, spostamenti da uno Stato all'altro, prescrizioni di farmaci online. Sulla scia della sentenza della Corte Suprema il fronte anti-aborto negli Stati Uniti affila le armi e prepara le nuove battaglie Stato per Stato.
Keystone-SDA
26.06.2022, 20:42
26.06.2022, 20:54
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Prime a finire nel mirino sono le pillole per abortire, nonostante il presidente americano Joe Biden abbia annunciato che la sua amministrazione farà di tutto per garantire alle donne l'accesso a quei farmaci.
Prima della decisione della Corte metà degli aborti negli Stati Uniti erano effettuati con la pillola e nelle ore immediatamente successive alla sentenza del massimo tribunale americano le organizzazioni no profit che si occupano della distribuzione dei farmaci per l'interruzione di gravidanza sono state inondate di richieste.
La pillola può essere presa fino alla decima settimana e dall'anno scorso la Fda ne ha approvato la prescrizione online, dopo un appuntamento di telemedicina, e la sua consegna per posta. Il loro uso negli Stati contrari all'aborto rimane un'area grigia e probabilmente diventerà il tema principale in tutte le prossime battaglie legali.
La governatrice del South Dakota, Stato repubblicano nel quale è entrato in vigore un bando totale dell'aborto tranne nei casi in cui la vita della madre è in pericolo, ha già annunciato di aver presentato un disegno di legge che proibirà le visite mediche online al fine di impedire alle donne di ottenere pillole abortive con la prescrizione online e riceverle per posta.
Diversi i divieti: dalla telemedicina ai viaggi
Sono già 19 gli Stati che hanno divieti sull'uso della telemedicina per l'aborto e il Texas ha di recente promulgato una legge che vieta l'invio di pillole abortive per posta. In questi casi, le donne che hanno bisogno di sottoporsi all'interruzione di gravidanza potrebbero viaggiare in uno Stato in cui sono consentite le visite di telemedicina e farsi consegnare il farmaco a un indirizzo in quell'area.
E qui si apre l'altro tema della battaglia: il divieto sui viaggi. Sia la Casa Bianca che il ministro per la Giustizia, Merrick Garland, hanno assicurato che combatteranno qualsiasi tentativo degli Stati repubblicani di impedire gli spostamenti.
Per ovviare a eventuali problemi di questo tipo, alcune organizzazioni pro-aborto come 'Just the Pill' si stanno organizzando per schierare «cliniche mobili che opereranno ai confini degli Stati sia distribuendo pillole che effettuando interventi chirurgici. «Operando ai confini statali, ridurremo gli oneri di viaggio per le pazienti negli Stati con divieti o limiti gravi», ha spiegato la dottoressa Julie Amaon, direttrice dell'organizzazione.
Infine il fronte anti-aborto potrebbe spingere per un divieto nazionale, che da mesi cerca di promuovere nell'agenda dei candidati repubblicani alle elezioni di metà mandato e alle presidenziale del 2024.
Verdetto impopolare
La sentenza della Corte Suprema ha aperto la strada e adesso l'obiettivo è a portata di mano. Ma non è chiaro quanto sia politicamente fattibile una mossa del genere. Il divieto nazionale è così impopolare che potrebbe comportare costi elettorali anche per i repubblicani. E comunque il Grand Old Party dovrebbe prima consolidare il potere al Congresso e alla Casa Bianca per renderlo effettivamente legge.
Nel frattempo la fiducia degli americani nel massimo tribunale è colata a picco. Secondo un sondaggio della Gallup, solo il 25% ha fiducia nell'istituzione contro il 36% di un anno fa. Il precedente minimo storici di fiducia nella Corte Suprema era stato del 30% nel 2014, anno in cui la fiducia nelle principali istituzioni statunitensi in generale ha toccato il fondo, con una media del 31%. Negli ultimi 16 anni in generale il sostegno degli americani al massimo tribunale è crollato: dal 1973 al 2006 la media era del 47%.