Medio Oriente Pioggia di raid in Libano, è il giorno più buio nella guerra tra Hezbollah e Israele

SDA

21.11.2023 - 19:31

Il fumo nero si alza da un attacco aereo israeliano alla periferia di Aita al-Shaab, un villaggio libanese al confine con Israele, visto dal villaggio Rmeish nel sud del Libano.
Il fumo nero si alza da un attacco aereo israeliano alla periferia di Aita al-Shaab, un villaggio libanese al confine con Israele, visto dal villaggio Rmeish nel sud del Libano.
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Per il Libano il giorno più sanguinoso della guerra tra Hezbollah e Israele, in corso da più di un mese e mezzo, ha visto l'uccisione sotto le bombe israeliane di quattro civili, di cui un'anziana donna, due giornalisti e una giovanissima reporter, e di un gruppo di combattenti di Hamas.

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Nel sud del Paese l'esercito israeliano ha colpito con maggior intensità e violenza diverse località, in parte ancora abitate da quei civili che non sono riusciti a fuggire altrove, come una signora di ottant'anni di Kfar Kila, morta a seguito delle ferite riportate dopo esser stata travolta dal tetto della sua casa colpita dai raid israeliani.

Poco dopo, un drone di Israele ha colpito e disintegrato un'auto sulla quale viaggiavano cinque membri di Hamas, tutti carbonizzati, a sud-est di Tiro, circa 30 km a nord della Linea di demarcazione tra i due paesi.

Hezbollah ha risposto attaccando le retrovie israeliane

Dal canto suo Hezbollah, che da giorni aveva intensificato il lancio di razzi e missili contro le postazioni militari di Israele, ha risposto con una serie di attacchi contro obiettivi situati nelle retrovie israeliane del fronte di guerra, prendendo di mira una fabbrica a Shlomi, descritta come legata all'industria israeliana di armamenti Rafael, e numerose altre postazioni militari israeliane nel settore occidentale e centrale della linea del fronte.

Nelle stesse ore, Israele è tornata a usare, secondo fonti di stampa libanesi, bombe al fosforo nelle aree abitate da civili nel sud del Libano. E jet israeliani hanno sorvolato i cieli libanesi fino a giungere sopra il campo profughi palestinese di Nahr al Bared, vicino Tripoli, quasi 200 km a nord dalla linea di demarcazione con Israele.

Si eviti di «trasformare il sud del Libano in una Striscia di Gaza»

Sul lato controllato da Israele delle Alture del Golan, contese con la Siria, il ministro della difesa israeliano, Benny Gantz, è tornato intanto a minacciare il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, perché eviti di «trasformare il sud del Libano in una Striscia di Gaza». Israele, ha detto Gantz, è pronta a espandere le operazioni militari nel nord per «garantire il ritorno in sicurezza degli abitanti» evacuati da più di un mese.

Questo mentre il presidente statunitense Joe Biden, in una lettera indirizzata al premier libanese Najib Miqati alla vigilia della Festa dell'Indipendenza, ha affermato che «gli Stati Uniti continuano col Libano e i loro alleati in Medio Oriente a fare di tutto per preservare la pace ed evitare che il conflitto si allarghi».

Le armi israeliane uccidono altri giornalisti

Intanto sul terreno, i droni, l'aviazione e l'artiglieria di Israele sono tornati a colpire anche i giornalisti: dopo aver ucciso a ottobre Issam Abdallah, cameraman della Reuters e aver sparato nei giorni scorsi su troupe di giornalisti assiepate nei pressi del fronte di guerra, il bombardamento odierno ha ucciso la 25enne Farah Omar, l'operatore Rabia Maamari e il producer Hussein Aqil. Due delle tre vittime lavoravano per la tv al-Mayadin filo-iraniana.

Secondo Ghassan Ben Jiddo, direttore dell'emittente panaraba, che trasmette da Beirut, i tre giornalisti sono stati uccisi appositamente da Israele. «Ma la nostra voce non sarà messa a tacere», ha detto Ben Giddo in diretta tv commosso per la perdita dei suoi colleghi.