È in vantaggio, ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta, il presidente uscente della Polonia Andrej Duda, che stando agli exit poll ha ottenuto il 41,8% delle preferenze al primo turno delle presidenziali.
Il 12 luglio dovrà quindi confrontarsi con Rafal Trzaskowski, profilo liberale ed europeista, e principale candidato della opposizione, che oggi su scala nazionale ha ottenuto il 30,4% dei voti. Soltanto fra due settimane si conoscerà quindi l'esito della sfida fra due figure politiche che rappresentano due strade molto diverse per l'avvenire del Paese. Ma anche per il suo ruolo in Europa.
Per far fronte al presidente uscente, al ballottaggio, Trzaskowski dovrà raccogliere i voti degli altri candidati democratici, che fino ad oggi, per motivi strategici, non avevano dichiarato le intenzioni future. Stando ai primi exit poll pubblicati dall'Ipsos, dopo la chiusura dei seggi, oltre ai candidati in testa, Szymon Holownia, il giornalista cattolico che si è presentato come candidato indipendente, ha ricevuto il 13,3% delle preferenze, mentre il nazionalista Krzysztof Boska avrebbe ottenuto il 7,4%. Seguono il candidato della sinistra Robert Biedron con il 2,9%, e il leader del Partito dei contadini Wladyslaw Kosiniak Kamysz con il 2,6%. Fra questi, Holwnia e Kosiniak Kamysz potrebbero invitare i propri elettori a votare per il primo cittadino di Varsavia. Tutti i sondaggi sul secondo turno delle presidenziali hanno però finora dato per vincente Duda.
Il vero elemento sorprendente di queste urne, per ora, è il dato dell'affluenza, che stando alla commissione nazionale elettorale è stata più forte del solito, nonostante la pandemia. Già a mezzogiorno aveva votato il 24,08% dei quasi 30 milioni di elettori polacchi; alle 17 erano il 47,89% e si stima che alla chiusura dei seggi l'affluenza sia stata del 62,9% (nel 2015 fu del 48,96%). Numeri che fanno capire quanto sia profondo il conflitto in corso in Polonia, fra chi teme la fine della democrazia, e vorrebbe il cambiamento, e chi invece si fa seguace della linea sovranista dell'attuale governo del partito di Diritto e giustizia (Pis) del leader Jaroslaw Kaczynski, che sostiene il presidente Duda.
Con le presidenziali la Polonia è a un bivio anche secondo l'ex presidente del consiglio europeo Donald Tusk, che oggi ha votato a Danzica, e si è espresso subito dopo su Twitter. La scelta da affrontare è semplice, secondo Tusk: «La verità versus la menzogna, il rispetto o il disprezzo, l'orgoglio oppure la vergogna. Nessuno può più fare finta di non capire che cosa c'è in ballo», ha scritto.
Intanto, per il capo dello Stato uscente, l'esecutivo del Pis ha messo tutte le sue forze in campo: per far aumentare l'affluenza ai seggi dell'elettorato più tradizionalista, ad esempio, il governo ha promesso pochi giorni prima del voto nuovi camion dei pompieri per i comuni con meno di 20 mila abitanti: e questo proprio nelle regioni, in cui l'affluenza sarà più alta. In questi comuni abitano circa 20 milioni di polacchi. Nei comizi a favore di Duda hanno partecipato inoltre diversi membri del governo, mentre la radio e la televisione pubblica sostenevano esclusivamente lui. Un svolta in Polonia non è esclusa, ma la strada per Trzaskowski è in salita.
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