ElezioniPortogallo: vince il centrodestra, ma il vantaggio si assottiglia
SDA
11.3.2024 - 07:47
I conservatori di Alleanza democratica (Ad) hanno vinto le elezioni legislative in Portogallo, ma con un vantaggio sul Partito socialista che si è andato assottigliando durante un complicato spoglio dei risultati protrattosi ben oltre la mezzanotte.
11.03.2024, 07:47
11.03.2024, 08:15
SDA
Entrambe le formazioni si attestano attorno al 28%, ma la coalizione guidata da Luís Montenegro, formata dal Partito socialdemocratico, dai popolari del Cds-Pp e dai monarchici, supera il partito di Pedro Nuno Santos solo grazie ai poco più di 50 mila voti e ai tre seggi ottenuti da Psd e popolari sull'isola di Madeira, dove i due partiti non si presentavano con il simbolo di Ad.
In realtà resterebbe ancora lo spoglio del voto all'estero, con cui si eleggono quattro dei 230 deputati del parlamento monocamerale di Lisbona.
Ma il leader socialista Santos ha riconosciuto la sconfitta e annunciato che non presenterà né approverà alcuna mozione di sfiducia a un eventuale governo minoritario di Montenegro, che a sua volta si è detto pronto a governare senza tradire la promessa fatta in campagna elettorale: «No è no» ha ripetuto a chi gli chiedeva se avrebbe governato con l'estrema destra di Chega.
Il partito di André Ventura, però, è il vero trionfatore della notte, essendo passato dal 7% conseguito nel 2022 al 18% di oggi, e da dodici a 48 deputati. Anche con l'aiuto del piccolo partito Iniziativa liberale (5%), per Luís Montenegro e i 79 deputati di Ad sarà difficile governare così lontano dalla maggioranza assoluta di 116 seggi.
Per questo, nel suo discorso al termine della lunga maratona notturna, il leader conservatore ha chiesto dialogo e responsabilità a tutte le forze politiche presenti in parlamento.
Gli altri partiti di questa XVI legislatura saranno il Blocco di sinistra (4,4%), la coalizione di comunisti e verdi (3,3%), il partito della sinistra europeista Livre (3,2%) e gli animalisti del Pan (1,9%). Record di partecipazione, con un astensionismo che si ferma al 33,7%, la percentuale più bassa dal 1995.