Russia Prigozhin sfida Putin ma si ferma a 200 km da Mosca

SDA / Red

24.6.2023 - 21:51

La marcia di Yevgeny Prigozhin si è fermata a 200 km da Mosca. Dopo mesi di critiche sempre più violente contro le istituzioni militari, il capo della Wagner ha lanciato la sfida direttamente a Vladimir Putin penetrando con le sue milizie in territorio russo apparentemente, e incredibilmente, senza incontrare alcuna resistenza. Fino a quando, in serata, ha annunciato la marcia indietro «per evitare un bagno di sangue russo». L'inchiesta penale contro Prigozhin sarà sospesa e il capo della Wagner andrà in Bielorussia, secondo il Cremlino.

Prigozhin e i suoi soldati in un'immagine tratta da un video del 5 maggio.
Prigozhin e i suoi soldati in un'immagine tratta da un video del 5 maggio.
KEYSTONE/Prigozhin Press Service via AP

Keystone-SDA, SDA / Red

Hai fretta? blue News riassume per te:

  • Dopo aver accusato venerdì sera l'esercito di Mosca di avere bombardato le postazioni dei suoi uomini, il capo della Wagner ha annunciato sabato mattina di aver catturato la città di Rostov sul Don.
  • La situazione si è fatta via via più drammatica con il passare delle ore, con le autorità locali che hanno cominciato a segnalare un'avanzata dei poco più di 20.000 miliziani della Wagner verso nord senza che nessuno intervenisse. 
  • Sabato in serata, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha parlato di un negoziato «durato tutto il giorno e in accordo con Putin» durante il quale al capo di Wagner sarebbero state fornite «garanzie assolutamente vantaggiose e accettabili» in cambio del ritiro dei suoi uomini: Prigozhin ha annunciato la retromarcia delle truppe. Andrà in Bielorussia e non sarà perseguito, secondo il Cremlino.

Per la Russia, e per il mondo, è stata una giornata drammatica in cui il Paese è sembrato poter precipitare in una guerra civile. In un discorso alla nazione, in mattinata il capo del Cremlino aveva definito l'azione di Prigozhin una «pugnalata alle spalle» alle truppe che combattono in Ucraina. Mentre i servizi d'intelligence lo hanno accusato di avere iniziato un «conflitto civile armato».

Cosa volesse di preciso lui non lo ha detto, ma in pochi credono a un'azione individuale, mentre diversi osservatori si dicono convinti che sia in gioco una resa dei conti politica in cui Prigozhin sarebbe solo una pedina.

Dopo aver accusato venerdì sera l'esercito di Mosca di avere bombardato le postazioni dei suoi uomini, il capo della Wagner ha annunciato sabato mattina di aver catturato la città di Rostov sul Don, il più importante centro a ridosso del confine ucraino, impossessandosi senza sparare un colpo dell'aeroporto, del quartier generale militare e di quello dei servizi segreti interni, l'Fsb.

Avanzata verso Mosca

La situazione si è fatta via via più drammatica con il passare delle ore, con le autorità locali che hanno cominciato a segnalare un'avanzata dei poco più di 20.000 miliziani della Wagner verso nord senza che nessuno intervenisse. Prima la provincia di Voronezh, poi quella di Lipetsk, circa 450 chilometri a sud di Mosca.

In serata, quando ormai la capitale sembrava nel mirino, il colpo di scena. Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko si è intestato un negoziato «durato tutto il giorno e in accordo con Putin» durante il quale al capo di Wagner sarebbero state fornite «garanzie assolutamente vantaggiose e accettabili» in cambio del ritiro dei suoi uomini.

Con lo stesso Prigozhin che subito dopo ha annunciato il dietrofront e il rientro dei miliziani nei loro campi base nel sud del Paese.

Cosa si sa dell'accordo ottenuto dai Wagner?

L'inchiesta penale contro Yevgeny Prigozhin sarà sospesa e il capo della Wagner andrà in Bielorussia. Lo annuncia il Cremlino, riporta la Tass.

Secondo la BBC, che cita Dimitry Peskov, i Wagner che non hanno preso parte alla marcia e vorranno firmare un contatto con la Difesa russa potranno farlo. Quelli che hanno preso parte alla ribellione non verranno perseguiti penalmente.

Il discorso di Putin in TV

A metà mattinata Putin era apparso in televisione per non più di cinque minuti accusando il suo (ex?) alleato di «tradimento» per ambizioni personali.

«Tutti coloro che hanno scelto la via del tradimento saranno puniti e saranno ritenuti responsabili», aveva avvertito il presidente, che era sembrato alludere al possibile ruolo di altri personaggi oltre a Prigozhin.

Quest'ultimo aveva risposto affermando che Putin era «profondamente in errore», avvertendo che nessuno dei suoi uomini si sarebbe consegnato. Successivamente alcuni siti hanno diffuso voci secondo le quali Putin era fuggito da Mosca, ma il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov le ha seccamente smentite.

Prigozhin ha continuato a esprimersi su Telegram

Le autorità hanno sospeso gli account della Wagner sui social, ma non su Telegram, dove Prigozhin ha continuato indisturbato a lanciare i suoi proclami.

Non contro Putin personalmente, ma contro il ministro della Difesa Serghei Shoigu e il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov. Mentre il comandante ceceno Ramzan Kadyrov assicurava di essere pronto a mettere le sue forze a disposizione per «schiacciare la ribellione».

Mosca si è preparata a un possibile attacco

Per tutto il giorno il nervosismo a Mosca è andato crescendo per il possibile arrivo della Wagner. Forze di polizia sono state dispiegate in punti nevralgici della città, mentre video diffusi sui canali Telegram mostravano mezzi blindati all'entrata nella capitale dalla direzione sud.

Il sindaco Serghei Sobyanin ha invitato la popolazione a limitare gli spostamenti e ha annunciato che lunedì sarà una giornata non lavorativa.

Il ministero degli Esteri russo ha invece rivolto un monito ai Paesi occidentali perché non approfittino della crisi per «raggiungere i loro scopi russofobi» e ha ribadito che l'operazione in Ucraina continua e che «tutti gli obiettivi saranno raggiunti». Ma questa incredibile giornata l'ha chiusa ancora Putin, ringraziando Lukashenko per la mediazione e «per il lavoro svolto».