Guerra in Ucraina Chiusi i primi colloqui tra Mosca e Kiev. Ci sono spiragli, ma Putin detta l'agenda

SDA

28.2.2022 - 18:52

Il tavolo della «casa del pescatore» nella regione di Gomel, in Bielorussia, dove si sono incontrate oggi le delegazioni di Ucraina e Russia.
Il tavolo della «casa del pescatore» nella regione di Gomel, in Bielorussia, dove si sono incontrate oggi le delegazioni di Ucraina e Russia.
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Sono durati quasi sei ore, in una località segreta al confine tra Ucraina e Bielorussia, i primi colloqui tra le delegazioni di Mosca e Kiev sulla guerra dichiarata dal Cremlino e si sono aggiornati a un secondo round con qualche segnale di apertura.

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«Abbiamo trovato alcuni punti su cui è possibile individuare un terreno comune», dice il negoziatore russo Vladimir Medinsky, secondo cui il nuovo incontro si terrà «nei prossimi giorni al confine tra Polonia e Bielorussia». Le delegazioni stanno ora tornando nelle rispettive capitali per consultazioni.

Tra loro, secondo il Jerusalem Post, anche Roman Abramovich. La presenza del miliardario russo con passaporto israeliano sarebbe stata chiesta dall'Ucraina.

Putin vuole un'Ucraina neutrale e il riconoscimento della Crimea

Ma mentre intorno al tavolo allestito dal governo di Minsk si svolgevano le prime schermaglie negoziali, al telefono con il presidente francese Emmanuel Macron, Vladimir Putin dettava le sue condizioni per far tacere le armi e arrestare l'avanzata dei carri armati verso Kiev: Ucraina neutrale e riconoscimento della Crimea come territorio russo.

L'Eliseo sottolineava invece l'impegno del numero uno del Cremlino a «sospendere tutti gli attacchi contro i civili e le abitazioni» e a «restare in contatto nei prossimi giorni per prevenire l'aggravamento della situazione».

Sul terreno, secondo il Pentagono, la Russia non ha ancora tuttavia il predominio aereo in Ucraina e ha finora lanciato 380 missili. Come dire che la situazione militare non giustifica la resa al tavolo dei negoziati.

I colossi russi crollano alla Borsa di Londra

Tanto più che le sanzioni internazionali cominciano a far sentire i loro effetti sull'economia russa. La Banca centrale di Mosca lancia l'allarme di un «cambio drammatico per l'economia» del Paese, aumenta i tassi di interesse al 20% per «supportare l'attrattiva dei depositi e proteggere i risparmi delle famiglie contro la svalutazione», fa sapere il governatore Elvira Nabiullina.

E, mentre la Borsa di Mosca resta chiusa, a Londra i titoli dei colossi dell'economia russa sprofondano: Sberbank ha perso il 74%, Gazprom il 51%, Lukoil il 62,8%, Rosneft il 42,3%, Magnit il 74%.

L'appello di Guterres

«I combattimenti in Ucraina devono finire ora. Stanno imperversando in tutto il Paese, dall'aria, dalla terra e dal mare. Basta. I soldati devono tornare alle loro caserme», ha detto il segretario generale dell'Onu Guterres aprendo l'Assemblea generale al Palazzo di Vetro.

«I leader devono andare verso la pace. I civili devono essere protetti», ha aggiunto, sottolineando che la minaccia nucleare russa «è uno sviluppo agghiacciante, semplicemente inconcepibile». Mentre in Europa «si rischia la peggiore crisi umanitaria e dei rifugiati degli ultimi decenni».