Russia-Cina Putin vola a Pechino da Xi dopo il repulisti tra la sua cerchia militare

SDA

14.5.2024 - 20:59

Il presidente cinese Xi con il presidente russo Putin.
Il presidente cinese Xi con il presidente russo Putin.
KEYSTONE

Dopo un rimpasto che ha blindato la cerchia dei fedelissimi e avviato un'operazione di pulizia all'interno del Ministero della Difesa, Vladimir Putin prende la strada di Pechino, dove sarà questa settimana per la sua prima visita all'estero da quando ha cominciato il quinto mandato da presidente e un nuovo incontro con il leader cinese Xi Jinping.

La visita – la seconda del presidente russo in Cina in poco più di sei mesi – si svolgerà giovedì e venerdì. All'ordine del giorno dei colloqui, ha riferito il consigliere presidenziale russo per la politica estera, Yury Ushakov, vi sarà anche il conflitto in Ucraina, dove Pechino è accusata dai Paesi occidentali di sostenere gli sforzi bellici del Cremlino.

Ma anche il Medio Oriente, il Sud-Est Asiatico, e, ovviamente, i rapporti bilaterali commerciali in piena espansione.

Ad accompagnare Putin saranno l'ex ministro della Difesa Serghei Shoigu, rimosso dall'incarico per diventare segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale, e il suo successore, Andrei Belousov. I due principali protagonisti del rimescolamento di carte degli ultimi giorni. Per Shoigu non si è trattato di una retrocessione, si è affrettato ad assicurare il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Ma sono in molti a vedere nell'operazione un'iniziativa per riportare ordine in un apparato militare appesantito dalla corruzione, di cui Shoigu ha pagato lo scotto.

L'allontanamento di Shoigu è avvenuto dopo uno scandalo

L'allontanamento di Shoigu è avvenuto dopo uno scandalo che ha portato all'arresto per corruzione il mese scorso di un suo vice considerato a lui molto legato, Timor Ivanov. Oggi si è avuta notizia dell'arresto con la stessa accusa del generale Yury Kuznetsov, capo della Direzione per il personale del ministero.

Mentre sui canali Telegram dei principali analisti militari circolano voci insistenti sulle dimissioni di altri tre vice ministri. Se confermate, potrebbero essere il segnale di una rivoluzione nel dicastero. Simbolo del nuovo corso è considerato Belousov, un economista con la fama di incorruttibile che oggi, parlando ai senatori, ha annunciato tra le sue prime misure uno stretto controllo sui prezzi delle commesse militari.

Nomina di Patrushev e di Dyumin

Tra le altre decisioni annunciate oggi c'è la nomina nella cerchia dei consiglieri di Putin di Nikolai Patrushev, in precedenza rimosso dalla guida del Consiglio di Sicurezza nazionale. Suo figlio, Dmitry, è stato invece promosso da ministro dell'Agricoltura a vice primo ministro, una carica condivisa con altri nove esponenti politici.

La famiglia di Patrushev, da sempre molto vicino al presidente, mantiene quindi la sua influente posizione. Ma ancora più significativa, secondo diversi osservatori, è stata la nomina a consigliere di Putin per l'industria militare di Alexei Dyumin, fino ad oggi governatore della regione di Tula.

Dyumin, 51 anni, di formazione militare, ex membro dei servizi segreti della Difesa e per un paio d'anni vice ministro, è considerato un astro nascente del panorama politico russo, al punto che qualcuno si spinge a considerarlo come un possibile candidato alla successione a Putin nel 2030.

Da molti anni, da quando cioè faceva parte del servizio di sicurezza presidenziali, Dyumin mantiene stretti rapporti con il capo del Cremlino. Una relazione che non sembra essere stata incrinata nemmeno dalle voci di una vicinanza dell'ex governatore a Yevgeny Prigozhin.

Fu Dyumin a mediare tra Mosca e il capo della milizia Wagner

I bene informati assicurano che fu proprio Dyumin, nel giugno del 2023, a mediare tra Mosca e il capo della milizia Wagner per convincere quest'ultimo a rinunciare alla sua marcia sulla capitale, per finire poi ucciso nello schianto del suo aereo privato due mesi dopo.

L'obiettivo dichiarato dell'ammutinamento di Prigozhin era la rimozione di Shoigu, da lui considerato il simbolo della corruzione nei vertici militari. Anche l'ex comandante delle truppe russe in Ucraina, Serghei Surovikin, era stato indicato come un possibile complice del capo della Wagner dai media occidentali, che avevano parlato addirittura di un suo arresto.

Successivamente si era saputo che il generale era stato assegnato ad un incarico in Africa, ma proprio in questi giorni si sono diffuse le voci di un suo ritorno a Mosca. Il canale Telegram Grey Zone, vicino alla Wagner, ha pubblicato oggi un enigmatico messaggio: una fotografia di Surovikin con la parola «presto!».

Forse il segnale, o la speranza, di un'ascesa nei gangli vitali delle forze armate di uomini come lui e Dyumin, popolari tra i militari e tra la popolazione quali simboli della guerra alla corruzione.