Germania Scholz punta alle federali, l'Spd chiarisce: «Nessun dubbio sul 2025»

SDA

23.9.2024 - 21:57

Olaf Scholz punta adesso alle prossime federali, e il partito lo sostiene. Il successo dei socialdemocratici in Brandeburgo, che ha evitato l'ennesimo trionfo dell'ultradestra, permette al cancelliere di prendere fiato e continuare a progettare un ipotetico bis in cancelleria.

German Chancellor Olaf Scholz speaks to the United Nations General Assembly during the Summit for the Future, Sunday, Sept. 22, 2024 at U.N. headquarters. (AP Photo/Frank Franklin II)
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Anche se tanti fattori giocheranno contro quello che al momento ha più le sembianze di un sogno.

Dalla Willy Brandt Haus è arrivato quanto meno un segnale di lealtà: «Il candidato cancelliere è Olaf Scholz, e non c'è alcun tentennamento sul suo nome», ha messo in chiaro il presidente del partito Lars Klingbeil, nelle stesse ore in cui il presidio della Cdu rinnovava la fiducia all'unanimità all'ex avvocato milionario che Angela Merkel detestava, Friedrich Merz.

All'indomani delle regionali nel Land che circonda Berlino, dove la cavalcata dell'ultradestra di Afd è stata fermata (con un 30,9% dell'Spd contro il 29,2% di Alternativa), tanti dubbi restano sul tavolo, a partire dalla questione della tenuta del governo, a rischio soprattutto per la deriva dei liberali, che nei tre Laender dell'Est al voto nelle ultime due settimane sono stati letteralmente annientati, con percentuali neppure rilevabili.

Risolvere i problemi «entro Natale»?

Nonostante le frizioni nel partito, dove non mancano le provocazioni del numero due Wolfgang Kubicki, che non perde occasione per dirsi pronto a far saltare il tavolo («in tre settimane», minaccia stavolta), il ministro delle Finanze Christian Lindner ha dovuto mostrarsi conciliante: la «controversa coalizione del semaforo» dovrà avere «il coraggio» di dare «una nuova dinamica» alla sua azione politica e risolvere «insieme» i problemi del Paese.

Entro Natale, è l'aggiunta che sa un po' di ultimatum.

Anche se proprio lo scenario miserevole riflettuto dai sondaggi suggerisce che l'Fdp sia il primo partito a non avere alcun concreto interesse ad elezioni anticipate in Germania. Né dovrebbero averlo i Verdi, che ieri hanno mancato la soglia minima per entrare nel parlamento brandeburghese con il 4,1%.

Una vittoria a metà?

«Sono molto contento del successo dell'Spd in Brandeburgo – ha commentato intanto Olaf Scholz da New York -. Per noi è il segnale che valga la pena lottare e restare concentrati sull'obiettivo. Vogliamo ripetere quello che è successo in Brandeburgo, e quello che è accaduto a livello federale tre anni fa: con i socialdemocratici che si sono affermati come il partito più forte del Paese».

A Potsdam però, rimarcano praticamente tutti, ha vinto un governatore molto amato, il 62enne Dietmar Woidke, che ha preso platealmente le distanze da Berlino e dallo stesso cancelliere, proprio per non farsi rovinare la partita.

Si vince senza Scholz, dicono i fatti che stanno sotto gli occhi di tutti, perché continuare a puntare su di lui? «Il vento può girare, noi vogliamo vincere le federali», ha tirato dritto Klingbeil.

«Un atteggiamento chiaro, uno spirito combattivo, determinazione e coraggio sono le cose che porto con me da questa elezione», ha elencato.

La Germania resta la grande alleata dell'Ucraina

Attitudini che sembrano rispecchiarsi nelle parole del Kanzler, quando a New York ha preso posizione innanzitutto contro «l'acquisizione ostile» di Unicredit su Commerzbank, bocciandone senza mezzi termini lo stile «aggressivo», «non adeguato» in Europa

. E poi anche, a pochi minuti dall'incontro con Volodymyr Zelensky, ancora una volta su Kiev: «Non toglieremo le limitazioni sulle armi. La mia posizione personale non è negoziabile». Neanche se lo faranno gli Usa, la puntualizzazione, e «con buone ragioni», ha enfatizzato il cancelliere.

La Germania resta il più grande sostenitore dell'Ucraina in Europa ma ha preso un paio di «decisioni chiare» su cui a questo punto, anche per fare in modo che il consenso dei populisti non dilaghi in tutto il Paese, non si transige.

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