Turchia e Siria I morti per i sismi superano quota 25'000, l'ONU: «Potrebbero raddoppiare»

ATS / sam

11.2.2023 - 15:25

Il bilancio della tragedia continua ad aggravarsi.
Il bilancio della tragedia continua ad aggravarsi.
Keystone

Il bilancio complessivo dei morti per il terremoto che ha colpito lunedì la Turchia e la Siria ha superato quota 25mila. Lo riferiscono fonti ufficiali. Ma secondo l'ONU, il bilancio potrebbe «raddoppiare». Germania e Austria sospendono i soccorsi per scontri tra diverse fazioni.

11.2.2023 - 15:25

Secondo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in visita nella città di Sianlurfa (sud-est), per il momento in Turchia sono stati ritrovati 21'848 cadaveri, mentre in Siria le autorità hanno contato 3'553 morti.

Ma secondo il sottosegretario generale per gli affari umanitari delle Nazioni Unite Martin Griffiths, il bilancio dei morti per il terremoto in Turchia e Siria potrebbe «raddoppiare». Lo ha detto in un'intervista a Sky News.

«Ci sono molti tipi di voci là fuori su come potrebbe finire» e «penso che sia davvero difficile da stimare in modo molto preciso perché dobbiamo ancora scavare sotto le macerie, ma io sono sicuro che (il bilancio dei morti) raddoppierà o più», ha dichiarato il coordinatore dei soccorsi di emergenza Onu, che si trova nella provincia turca di Kahramanmaras. «Questo è terrificante».

«Da un lato è profondamente scioccante, l'idea che queste montagne di macerie contengano ancora persone, alcune ancora vive, molte morte. Non abbiamo ancora iniziato a contare veramente il numero definitivo delle persone che sono morte», ha sottolineato Griffiths. Dall'altra parte, «c'è anche una risposta straordinaria a questo terremoto, il più disastroso degli ultimi 100 anni».

Griffiths ha inoltre definito il devastante terremoto come «il peggior disastro degli ultimi 100 anni nella regione». Lo riferisce la tv turca.

Diverse persone estratte vive dopo oltre 120 ore

Ma i miracoli continuano a succedere: dopo 122 ore dal sisma, infatti, una bambina di due anni è stata estratta viva dalle macerie del terremoto che colpito il sud della Turchia: lo riferisce il quotidiano turco Anadolu. La piccola è stata trovata nel distretto di Antakya, nella provincia di Hatay.

Successivamente, dopo 124,5 ore sotto le macerie, è stata tratta in salvo un'anziana di 83 anni nella provincia di Malatya. Ma non solo: anche un neonato - che si suppone abbia due mesi di vita - è stato salvato dopo 128 ore tra le macerie, riporta sempre Anadolu

Secondo la Cnn Turk, inoltre, un ragazzo di 16 anni - Kamil Can - è stato tratto in salvo dopo 119 ore nella città turca di Kahramanmaras.

Spari tra fazioni, i tedeschi sospendono i soccorsi

Purtroppo però, nelle ultime ore,la situazione della sicurezza nella provincia turca di Hatay è apparentemente cambiata. Ci sono sempre più segnalazioni di «scontri tra diverse fazioni e sono stati segnalati anche spari», ha dichiarato all'agenzia di stamapa Afp il portavoce dell'Ong Isar Germany. Stefan Heine, annunciando lo stop alle operazioni.

L'esercito austriaco ha quindi deciso di sospendere le operazioni di soccorso per ragioni di sicurezza. Le truppe austriache si sono rifugiate «in un campo base con altre organizzazioni internazionali, in attesa di istruzioni».

Soccorsi sospesi anche da parte tedesca, per lo stesso motivo. Lo ha deciso l'Agenzia federale tedesca per il soccorso (Tsw), specializzata nell'assistenza alle vittime di disastri naturali. Le squadre tedesche «per il momento rimangono nel campo base comune» e «riprenderanno le loro attività» non appena la protezione civile turca «riterrà la situazione sufficientemente sicura», ha spiegato Heine.

Il team di soccorritori austriaco invece dovrebbe rientrare a Vienna giovedì, ma «la situazione è sotto esame», ha dichiarato il portavoce.

I soccorritori svizzeri pianificano il rientro

Cinque giorni dopo il devastante terremoto avvenuto nella zona di confine tra Turchia e Siria è in corso il passaggio di consegne delle squadre di soccorso svizzere con i cani, intervenute molto rapidamente, a quelle appena arrivate da altri paesi. Il compito è ora quello di pianificare il ritorno in patria.

Le persone e i cani inviati sul posto hanno dato il massimo e sono ormai esausti, ha indicato oggi a Keystone-Ats Linda Hornisberger, portavoce della Società svizzera per cani da ricerca e da salvataggio. Ora ha più senso ricorrere a forze fresche.

Non si rinuncia a cercare le persone ancora vive, ma «il tempo sta per scadere», afferma l'addetta stampa. Spetta al governo turco stabilire quando la fase di ricerca è terminata: a quel punto si evidenzieranno le nuove esigenze, come ad esempio l'ulteriore assistenza medica o la valutazione delle condizioni degli edifici.

Per Redog è importante che le squadre tornino a casa incolumi e che non succeda qualcosa proprio alla fine della missione. Il piano è che rientrino nella Confederazione con la squadra di soccorso svizzera che sta lavorando nella provincia meridionale turca di Hatay. A questo proposito i tempi sono ancora incerti: si prevede che la missione durerà sino a dieci giorni, ha fatto sapere Valentin Clivaz, portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Intanto prosegue la colletta avviata dalla Catena della Solidarietà, che ha permesso di raccogliere 13 milioni di franchi. La fondazione che gestisce l'organizzazione descrive come impressionante l'ondata di solidarietà e simpatia espressa dalla popolazione svizzera.

Ankara apre il valico di frontiera con Armenia

Intanto la Turchia ha aperto un valico di frontiera con l'Armenia per consentire l'arrivo di aiuti umanitari ai sopravvissuti del violento terremoto che ha colpito lunedì scorso la Turchia meridionale e la Siria con migliaia di morti.

Lo riferisce l'agenzia di stampa statale turca Anadolu, precisando che cinque camion di aiuti umanitari hanno attraversato il valico di frontiera Alican nella provincia turca di Igdir.

Nel 1988 è stata l'ultima volta che venne attraversato questo valico, quando cioè la Mezzaluna Rossa turca fornì aiuti dopo un terremoto in Armenia.

ATS / sam