Indipendenza catalana Spagna: condanne shock contro i leader separatisti

ATS

14.10.2019 - 21:18

Sono pesantissime le condanne decise dai giudici della Corte suprema spagnola contro 12 leader separatisti catalani.
Sono pesantissime le condanne decise dai giudici della Corte suprema spagnola contro 12 leader separatisti catalani.
Source: KEYSTONE/EPA EFE/ADRIA ROPERO

Dai 9 ai 13 anni di carcere.

Sono pesantissime le condanne decise dai giudici della Corte suprema spagnola contro 12 leader separatisti catalani dopo un processo durato quattro mesi sugli eventi che hanno scatenato la peggior crisi politica in Spagna degli ultimi 40 anni.

Una sentenza dura che ha voluto punire la proclamazione unilaterale d'indipendenza della Catalogna, nell'ottobre 2017, dopo un referendum che per il governo di Madrid era e resta illegale.

Proteste sui social e in strada a Barcellona

Immediata la reazione di politici e cittadini che sostengono il diritto della ricca regione autonoma a separarsi dalla madre patria e che hanno protestato a migliaia sui social media e nelle strade di Barcellona.

Nove leader indipendentisti sono stati condannati per il reato di sedizione. Tra questi ci sono l'ex vicepresidente della Generalitat Oriol Junqueras, che ha ricevuto la sentenza più pesante a 13 anni di carcere, la ex speaker del parlamento catalano Carmen Forcadell, e i 'due Jordi', Sànchez e Cuixart.

Quattro ex ministri sono stati condannati anche per malversazione ed altri tre, gli unici che non si trovano in carcere preventivo, sono stati condannati solo per il reato di disobbedienza.

«La Spagna ha perso di credibilità»

Dura anche la risposta dell'attuale president della Generalitat, Quim Torra, che ha scritto due lettere al premier incaricato Pedro Sanchez e a re Felipe VI nelle quali accusa la Spagna di «aver perso credibilità».

«Ad essere condannati dovrebbero essere quelli che hanno ordinato l'aggressione indiscriminata contro cittadini pacifici che non hanno commesso alcun crimine, ma hanno solo votato», scrive Torra nelle missive riferendosi alle violenze della polizia in quei giorni.

L'esecutivo spagnolo fa muro e difende la decisione della Corte suprema. «Nessuno è al di sopra della legge. In Spagna non ci sono prigionieri politici, ma piuttosto alcuni politici in prigione per aver violato leggi democratiche», ha detto in conferenza stampa Sanchez.

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