Spagna Solo un centinaio di indipendentisti ha beneficiato dell'amnistia

SDA

20.8.2024 - 14:38

Delle 102 persone cui è stata finora applicata l'amnistia, la metà sono agenti di polizia, 42 sono manifestanti e 9 esponenti politici.
Delle 102 persone cui è stata finora applicata l'amnistia, la metà sono agenti di polizia, 42 sono manifestanti e 9 esponenti politici.
Keystone

L'amnistia per i secessionisti catalani approvata il 30 maggio dal Parlamento spagnolo, in oltre due mesi – che era il termine previsto dal testo di legge per la sua applicazione – ha beneficiato solo un centinaio di persone in circa 200 casi giudiziari riesaminati.

È quanto segnala «Alerta Solidaria», un'associazione che offre appoggio legale agli indipendentisti coinvolti nei processi giudiziari. Al momento dell'entrata in vigore della legge, la Procura generale aveva calcolato che i beneficiari del perdono giudiziario potessero essere almeno 487.

Delle 102 persone cui è stata finora applicata l'amnistia, la metà sono agenti di polizia, 42 sono manifestanti imputati di reati di resistenza a pubblico ufficiale o partecipazione a disordini pubblici e 9 esponenti politici, secondo l'organizzazione. Che stima 38 richieste di perdono rifiutate, delle quali 15 presentate da manifestanti e 23 da esponenti politici catalani.

«Alerta Solidaria» segnala inoltre che in 71 dei casi esaminati il giudice o il tribunale competente, prima di decidere se procedere all'applicazione dell'amnistia, ha rimesso la questione pregiudiziale ad altre istanze giudiziarie, come il Tribunale di Giustizia dell'Unione Europea, o la Corte costituzionale spagnola.

Fra i politici amnistiati, i casi più rilevanti sono quelli dell'ex assessore catalano all'interno Miquel Buch, dell'attuale segretaria generale di Esquerra Republicana (Erc) Marta Rovira e l'ex sindaca di Figueres Marta Felip.

A differenza del caso di Buch, il Tribunale Supremo ha deciso di non graziare i leader indipendentisti condannati per malversazione di fondi, ritenendoli responsabili dell'utilizzazione del denaro dei contribuenti per beneficio personale, inteso come la celebrazione del referendum indipendentista del 1° ottobre 2017 «per i propri interessi politici».

Tale interpretazione è stata indicata anche dal giudice Pablo Llarena, istruttore del processo e le successive condanne dei protagonisti della stagione secessionista, per escludere dal perdono giudiziario l'ex presidente catalano Carles Puigdemont e mantenere attivo nei suoi confronti un ordine di cattura nazionale per malversazione di fondi pubblici.

Puigdemont, dopo il fugace ritorno in Catalogna e la nuova fuga in Belgio, il 9 agosto scorso, ha segnalato che non tornerà in Spagna fino a che non sarà amnistiato. E ha denunciato ieri al Consigkio supremo della magistratura spagnolo il giudice Llarena per i ritardi nella risoluzione dei ricorsi presentati dalla sua difesa alla decisione del magistrato.

Solo quando quest'ultima sarà infatti avallata dal Tribunale Supremo, Puigdemont potrà rivolgersi alla Corte costituzionale perché si pronunci sull'applicazione dell'amnistia.